Due serate di musica entusiasmante. Due appuntamenti con lintensità del rock e con i raffinati versi del più rimpianto cantautore italiano. In poche parole, «PFM canta De André». La band milanese sarà stasera e domani al Tendastrisce, con lo spettacolo che ripercorre il tour del 79, in cui mise le proprie capacità strumentali al servizio dellartista genovese. Ma in due ore e mezza di concerto non c'è solo De André, come spiega Franz Di Cioccio.
«PFM canta De André è il nostro spettacolo più richiesto, daltronde questo è lanno di Fabrizio. Cantiamo le canzoni che arrangiammo per lui nel 79, però il concerto riserva molte sorprese. In realtà chi viene assiste a due concerti, perché nella seconda parte ci concediamo un "piccolo" bis, suonando classici della PFM. Abbiamo una nuova produzione, un nuovo palco, nuove luci. E la solita, grande voglia di suonare e improvvisare».
Le band più giovani avrebbero molto da imparare da un vostro concerto. Come fate a essere così trascinanti?
«A noi piace stare sul palco e il pubblico lo sente. La ricetta è semplice: facciamo il nostro lavoro al meglio e non cè finto entusiasmo. Il nostro è un modo artigianale di trattare la musica. La scaletta ci permette di passare da Giugno 73, che è una piuma che vola nellaria, a Celebration, unonda durto che investe gli spettatori e li coinvolge in una grande festa finale».
Anche questestate sarete quando in tour negli Stati Uniti.
«Lì amano molto Stati di immaginazione, lo spettacolo legato al nostro album più recente. A maggio invece saremo in Portogallo, dove hanno richiesto 35 e un minuto, il concerto antologico. Siamo come una compagnia teatrale, con vari spettacoli pronti a essere rappresentati. E durante i soundcheck proviamo altre cose, abbiamo due o tre progetti aperti. Il prossimo sarà una rilettura di brani classici in chiave moderna, a cavallo tra "free rock" e partiture scritte, con unorchestra di sessanta elementi».
Prima ancora, però, terrete un grande concerto per lAbruzzo.
«Sono rimasto scioccato quando ho visto la piazza dellAquila distrutta, ricordando che pochi mesi fa abbiamo suonato lì davanti a 20mila persone. Guardando in tv i volti degli sfollati mi è sembrato di vedere mia mamma.
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