Phelps Nella farfalla si riprende il trono: «Ero molto deluso...»

Roma È tornato pescecane sulle ali di una farfalla. Cassius Clay ha fatto storia. Magari Michelone Phelps avrà letto qualcosa pure lui. E ieri si è riscatenato. Stavolta i costumi contavano meno, valevano di più bravura, tecnica, forza, arti in cui è quasi imbattibile. La farfalla è una delle sue gare preferite. «Quella che mi sta molto a cuore» ha sottolineato, dopo aver riassaporato il cerimoniale che più gli piace: i baci della mamma e della sorella, l’oro da sventolare davanti al mondo, l’inno americano, l’urlo della folla.
È partito con rabbia e determinazione, si è fatto largo a spallate fin dai primi metri, ha preso per il collo il record del mondo che, fra l’altro, gli apparteneva. Subito in vantaggio, ha incrementato fino a chiudere i 200 m. in 1’51”51, 52 centesimi sotto il vecchio record. «Ma ho dovuto tenere fino all’ultimo, perché ho forzato molto nei primi 100 m. Però sono contento di essere tornato così forte». Sembra tornato perfin umano. La batosta subita nei 200 stile libero ha lasciato qualche ferita. «Ero molto deluso ma ho detto a Bob (l’allenatore ndr) di aspettare e vedere come me la sarei cavata».

Il secondo, il polacco Korzeniowski, è stato staccato di 1”72! E finalmente i mondiali di Roma hanno incoronato anche un record di Phelps, il 19° della serie romana ieri arrivata a 22 primati. Incredibile. In tutti i sensi.

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