Roma È tornato pescecane sulle ali di una farfalla. Cassius Clay ha fatto storia. Magari Michelone Phelps avrà letto qualcosa pure lui. E ieri si è riscatenato. Stavolta i costumi contavano meno, valevano di più bravura, tecnica, forza, arti in cui è quasi imbattibile. La farfalla è una delle sue gare preferite. «Quella che mi sta molto a cuore» ha sottolineato, dopo aver riassaporato il cerimoniale che più gli piace: i baci della mamma e della sorella, loro da sventolare davanti al mondo, linno americano, lurlo della folla.
È partito con rabbia e determinazione, si è fatto largo a spallate fin dai primi metri, ha preso per il collo il record del mondo che, fra laltro, gli apparteneva. Subito in vantaggio, ha incrementato fino a chiudere i 200 m. in 15151, 52 centesimi sotto il vecchio record. «Ma ho dovuto tenere fino allultimo, perché ho forzato molto nei primi 100 m. Però sono contento di essere tornato così forte». Sembra tornato perfin umano. La batosta subita nei 200 stile libero ha lasciato qualche ferita. «Ero molto deluso ma ho detto a Bob (lallenatore ndr) di aspettare e vedere come me la sarei cavata».
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