Più che un festival un bell’«elemento»

Ogni anno Elisabetta Sgarbi, direttore artistico e ideatrice del «La Milanesiana Letteratura Musica Cinema», si presenta all’appuntamento estivo dell’eclettico festival sempre più incredula. E, invece, anno dopo anno la sua creatura cresce ed è prossima a compiere la prima decade. Così l’edizione targata 2008 è giunta quest’anno alla sua nona edizione riscuotendo sempre maggiore successo, non solo per il numero di ritorni - ventidue - di ospiti, cioè, presenti nelle scorse edizioni che hanno accettato di affrontare un nuovo argomento, ossia «I quattro elementi», ma anche di sostegno istituzionale, tanto da essere riuscita a mettere insieme il patrocinio della Provincia, affezionato sponsor di sempre, a quello della Regione e del Comune.
Un bel risultato, cosa dice?
«Sono molto soddisfatta, intanto perché l’anno scorso, appunto, temevo di dover abbandonare la rassegna per mancanza di fondi ma, soprattutto, sono fiera di aver ottenuto il sostegno della Regione e del Comune, avviando così un dialogo tra le istituzioni».
Com’è la situazione della cultura a Milano?
«Penso che questa città sia ricchissima di iniziative, ma quello che manca è una regia in grado di coordinare e di promuovere la collaborazione tra i diversi enti».
Pensa che l’Expo possa essere un’opportunità in questo senso?
«Certamente, anche se la mia ambizione è di raggiungere questo risultato prima del 2015».
Qual è la novità principale di questa edizione?
«Intanto la presenza, sempre più “ingombrante”, della Scienza tanto che dall’anno prossimo aggiungeremo nel sottotitolo, affianco a “Letteratura, Musica Cinema” la parola “Scienza”. La novità principale, di cui vado particolarmente orgogliosa, è l’aver reso finalmente esplicita la figura dell’artista totale. Un esempio? Basta pensare a Betts Laughlin, Nobel per la Fisica, che suonerà pezzi per pianoforte da lui composti, o lo scrittore Hanif Kureishi, autore di Il budda delle periferie, che ha messo in musica le risposte che i passanti, fermati per strada, hanno dato alle sue domande.

Insomma mai come quest’anno la contaminazione e il dialogo tra saperi e discipline diverse è stato così forte. Credo di poter dire che il nostro festival ha veramente colpito nel segno perché si viene configurando sempre di più la possibilità di raggiungere un intreccio dei saperi al di là di ogni barriera e di ogni confine».

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