da Milano
Se non è pazza, è stupida. Cosa dire sennò di questa Inter di Champions che rischia già di vedere lEuropa stando sulluscio della porta. Serata nera che più nera non si può: due gol al passivo e qualche fischio, ma qui cè gente che va troppo a luci spente (nel cervello). LInter che doveva vincere per non ritrovarsi con il fiatone grosso, è finita contro un muro. Cè sempre un Pizarro nel suo destino: uno se nè andato lasciando qualche rimpianto e un altro, lattaccante peruviano col vizio del bere, ha acceso il motore al momento giusto e infilato il gol, invitato dal pesante dormire di Grosso. Non solo lui: Podolski, il polacco tedesco in astinenza da gol, ha ritrovato la rete grazie ad uno svarione di Cordoba. Tutto nel finale quandera impossibile rimontare. Sarà un triste destino ma a San Siro il Bayern con lInter vince sempre. Allegria dunque per i tedeschi che veleggiano tranquilli. Carbone per lInter, per i suoi piedi rozzi e testoline calde: ha chiuso in nove grazie alle follie di Ibrahimovic e Grosso (arbitro fiscale? Capita) e sotto di due gol. Se continuano le follie, lInter ha poco da sperare. Ora dovrà vincere sempre.
Cera un po di vuoto a San Siro. Forse un segnale per lInter e Mancini: la gente nerazzurra conta le presenze e attende segnali sicuri dalla squadra. Ieri sera in tanti si saranno grattati il capo. Che dire? Che fare di questa squadra? Il popolo della curva ha atteso Zanetti con 500 candeline accese e un grande striscione: «500 volte grazie capitano». Avevano ragione: cè fedeltà e fedeltà, e Zanetti lha sempre dimostrata sul campo, a prescindere dal bello o brutto del suo giocare. Ma a parte la certezza di avere un capitano tutto cuore, cosaltro attendersi dallInter? Il Bayern lha subito intimidita: niente di speciale, ma è bastato un gioco sicuro, avvolgente, fatto di riferimenti certi per mettere i nerazzurri nella condizione di chi preferisce attendere per capire. La squadra di Mancini ha provato a lasciarsi attaccare per trovare, magari, risposta in contropiede. Tranquilla nei tre centrocampisti di sbarramento, la squada ha invece zoppicato nel gioco dei suoi uomini dai piedi buoni: Figo e soprattutto Ibrahimovic hanno sbagliato tanto e regalato palloni agli avversari come nobiltà calcistica non vorrebbe.
Primo tempo giocato su equilibri stabili, a patto di non sbilanciarsi troppo. Partita giocata con discreto vigore, falli quasi mai cattivi, anche se nessuno faceva complimenti: Ottl soprattutto. LInter ha cercato di evitare guai sulle fasce laterali, ha lavorato sodo su Van Bommel, ha svolto il compitino con discreta attenzione salvo sprecar tutto proprio nel momento dellaffondo. Incredibile il pallone buttato da Ibrahimovic dopo 12 minuti: lancio di Stankovic, Ibra va via solo e sicuro ma davanti a Kahn vede il solito muro, anziché un portiere da fulminare e una porta da bucare. Sprecare così non è mai segno di una buona stella, anche se lInter ha rischiato poco: solo Makaay ha fatto venir brividi a tutti, quando Julio Cesar è riuscito a deviar il pallone a mala pena con il piede.
Insomma il gioco dattacco è stato tutto un gorgheggio, più che un rullare di tamburi. Entrambe le squadre hanno chiesto un rigore per falli dubbi in area: spinta di Van Buyten a Ibrahimovic, Cordoba che ostacola Pizarro, ma larbitro ha usato lo stesso metro. Crespo si è fatto pescare troppo spesso in fuorigioco e quando si è trovato in posizione perfetta ha fallito il gol neppure fosse un Ibra qualsiasi: solo davanti a Kahn ha sparato palla sul portiere. Pizarro, invece, si è svegliato nel secondo tempo, ma è bastato per demolire Julio Cesar e laffannata difesa di Grosso.
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