Più credito e più commercio: l'agenda delle confindustrie mondiali per il G8

I tre punti della piattaforma confindustriale. Non chiudere i rubinetti dei finanziamenti per non peggiorare gli effetti della crisi. Raggiungere finalmente l'accordo sul libero scambio e rifiutare qualsiasi protezionismo. Impegnarsi per la riduzione delle emissioni.

Roma. Lotta al credit crunch, Doha Round positivo e accordi chiari sulla riduzione delle emissioni. Queste le raccomandazioni che Confindustria e le associazioni imprenditoriali dei Paesi G8 hanno rinnovato ai capi di Stato e di governo alla vigilia del summit dell'Aquila.
CREDITO. Per quanto riguarda i temi della crisi finanziaria ed economica l'impegno deve essere principalmente volto a evitare o mitigare l'impatto di una più ampia stretta creditizia. È fondamentale per le aziende ripristinare l'accesso al credito a condizioni ragionevoli. «L'esigenza di rafforzare la stabilità finanziaria richiede riforme idonee in grado di garantire il giusto equilibrio tra una migliore regolamentazione e la prevenzione del rischi», chiede l'associazione globale di imprenditori.
COMMERCIO. «L'esito positivo del Doha Round rimane fondamentale per assicurare parità di condizioni a livello mondiale, oltre a scoraggiare la deriva verso un maggiore protezionismo ed isolazionismo dell'economia», aggiungono gli industriali. Il raggiungimento dell'accordo, secondo questa visione, rappresenterebbe un segnale concreto di efficace cooperazione internazionale, nonché un potente stimolo per la ripresa dell'economia mondiale e la crescita delle economie in via di sviluppo e di quelle meno sviluppate. «Occorre evitare l'innalzamento di nuove barriere al commercio e agli investimenti e promuovere mercati non discriminatori per le materie prime oltre alla tutela degli investimenti e dei diritti degli investitori». Affermazioni in sintonia con quelle proposte dal ministro Tremonti per l'agenda del vertice.
CLIMA. Il G8 Business ha richiamato la necessità di giungere ad un accordo su un chiaro, equo e rigoroso impegno globale alla riduzione delle emissioni. «Ribadiamo la necessità di ripartire l'onere della riduzione delle emissioni tra tutti i settori della società, sostenere l'innovazione e valutare le più ampia gamma di opzioni atte a ridurre le emissioni di gas serra», dichiarano le aziende. Le politiche in questo campo devono essere adattate alle priorità e alle capacità nazionali e va perseguita una più stretta cooperazione a livello internazionale.

L'efficienza energetica resta una strategia cardine, mentre occorre anche in questo campo proteggere i diritti di proprietà intellettuale affinché la commercializzazione delle tecnologie ambientali sia vantaggiosa per tutti.

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