Più gomme ricostruite meno barili di oro nero

Mentre il prezzo del petrolio continua a mantenersi su livelli elevati, vi è un’attività che consente consistenti risparmi di greggio o prodotti equivalenti. Si tratta della ricostruzione di pneumatici che, secondo il bilancio ecologico ed economico redatto dall’Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), nel 2005 ha consentito al nostro Paese di risparmiare 166 milioni di litri di petrolio corrispondenti a oltre un milione di barili e quindi a più di 70 milioni di dollari. Molto più consistente è stato, comunque, il risparmio per gli utilizzatori finali che al momento di sostituire gli pneumatici dei loro veicoli hanno scelto quelli ricostruiti. La minor spesa è stata di ben 290 milioni. Il risparmio che la ricostruzione consente al Paese, all’autotrasporto su gomma e agli automobilisti è indubbiamente notevole, ma non è l’unico aspetto positivo di questa attività. Ricostruire gli pneumatici consente infatti di allungarne il ciclo di vita e di ridurre l’esigenza di smaltimento delle gomme usate, smaltimento che può avere effetti fortemente inquinanti sull’ambiente. Grazie alla ricostruzione, nel 2005 la massa degli pneumatici usati da smaltire è diminuita di ben 47.288 tonnellate con un notevole beneficio ecologico.

D’altra parte è proprio in considerazione della valenza ambientale della ricostruzione che il Parlamento, con la Legge 448/2001, ha stabilito l’obbligo per le amministrazioni pubbliche e per quelle che esercitano pubblici servizi di riservare il 20% dei loro acquisti di pneumatici di ricambio ai ricostruiti.
Gigi Pavesi

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