Più ricavi in Autostrade La crescita all’estero spinge i risultati 2010

I ricavi di Atlantia corrono più del traffico in autostrada e per lo shopping ci sono sei miliardi pronti in cassa. Così l’ad Giovanni Castellucci ha illustrato alla comunità finanziaria a Londra i risultati attesi e gli obiettivi di crescita: il gruppo stima per il 2010 ricavi consolidati per circa 3,75 miliardi, in aumento del 7,5% rispetto al 2009. E per il periodo 2011-2015 è prevista una crescita dell’Ebitda superiore di circa il 4% annuo alla crescita del traffico: per il 2010, in particolare, è atteso a circa 2,285 miliardi (+7%).
Risultati costruiti, in misura significativa, grazie alla crescita delle società estere, dal momento che sulla rete italiana i volumi di traffico sono stazionari: il che ovviamente si ripercuote sui ricavi da pedaggio. Nonostante, come ogni anno, le tariffe siano aumentate, in base alla convenzione unica sottoscritta nel 2007: nel 2010, l’adeguamento per Autostrade per l’Italia - la concessionaria più importante - è stato del 2,4%.
Ma i numeri davvero incoraggianti arrivano da oltreconfine: nel 2010 il traffico sulla rete delle concessionarie controllate e partecipate estere è aumentato complessivamente del 7%, con ricavi in crescita del 12% a cambi costanti. Percentuali spiegabili dato che si tratta per lo più di Paesi ad alto tasso di crescita, come il Cile, il Brasile, l’India e la Polonia. Ma Castellucci tiene a sottolineare anche il «risultato di particolare prestigio ottenuto in Francia, dove nel gennaio 2011 il consorzio guidato da Autostrade per l’Italia è stato scelto per implementare e gestire un sistema di pedaggiamento satellitare su 15mila km della rete stradale statale».


Di conseguenza anche «la percentuale degli investimenti del nostro gruppo verrà ribilanciata in favore delle operazioni estere», Paesi emergenti in primis: «per adesso è ancora troppo presto dare dei numeri», aggiunge l’ad, ma il piano prevederebbe investimenti in Italia poco sotto ai 6 miliardi mentre la quota disponibile per l’estero sarebbe fra i 200 e i 300 milioni. Confermato il dividendo minimo al 5%: «Andremo al 10% quando la ripresa in Italia sarà definitivamente raggiunta. Ora ci siamo quasi», ha concluso Castellucci.

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