Una valutazione equa dellassetto proprietario di Banca d'Italia, di cui la Carige possiede il 4 per cento delle quote, potrebbe essere di 10 miliardi di euro. «Tale cifra, una volta liquidata presso le banche azioniste, - sostiene Giovanni Alberto Berneschi, presidente dellistituto di credito ligure -, potrebbe concorrere alla loro patrimonializzazione. Si libererebbero così delle risorse da finalizzare a supporto di altri investimenti produttivi». Viene subito in mente il discorso infrastrutture, Terzo Valico ferroviario e gronde di levante e ponente innanzi tutto, di cui Genova e la Liguria hanno assoluto bisogno pur dovendo misurarsi con le risorse finanziarie - poche - a disposizione. In più occasioni banche e Fondazioni bancarie sono state «tirate per la giacca» e sollecitate a investire fondi per contribuire alla realizzazione delle grandi opere. Ieri, le dichiarazioni di Berneschi, in margine ai lavori del convegno annuale organizzato da Effebi-Finance & Banking, Associazione per lo sviluppo organizzativo e delle risorse umane e Carige sul tema «Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia: riflessi strategici e gestionali», portano nuovi argomenti ai fautori dellintervento degli istituti di credito, purché si chiariscano determinati presupposti.
E su questo lo stesso Berneschi è stato, come al solito, molto franco: «Abbiamo preso atto con soddisfazione della disponibilità mostrata dal governatore di Bankitalia - ha aggiunto il presidente della Carige -, a trovare una soluzione all'assetto proprietario che possa essere di soddisfazione per tutti, Banca d'Italia stessa, governo e partecipanti al capitale e che, in definitiva, possa apportare beneficio a tutto il sistema. E credo che le proposte avanzate in questi giorni, circa le modalità operative con cui effettuare il passaggio delle quote, possano essere senz'altro condivisibili. Certo - spiega ancora Berneschi -, resta il nodo della valutazione di Banca d'Italia: noi riteniamo che, a fronte di un patrimonio netto di oltre 19 miliardi (oltre 26 miliardi se teniamo conto del fondo rischi bancari generali), che, da un lato, si è formato nel corso del tempo grazie alla prudenziale politica di accantonamenti dell'utile netto generato dal capitale sociale, ma che, dall'altro lato, ha potuto senz'altro beneficiare del peculiare ruolo che svolge la Banca d'Italia nel nostro sistema, si debba e si possa trovare una valutazione equa». Quei «famosi» 10 miliardi, cioè, spalmati nel sistema che potrebbero innescare una spirale virtuosa anche per quanto riguarda lo sviluppo della rete stradale e ferroviaria (e, quindi, dei flussi turistici e commerciali) del Paese.
Intanto la società Autostrade definisce «non attendibile» qualsiasi valutazione dei costi della gronda che erano stati indicati in oltre 4 miliardi di euro: «Allo stato attuale - afferma una nota della società - si può prevedere che il costo dellopera sarà considerevolmente inferiore».
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