Roma Quando Filippo Rossi, direttore di Farefuturo, dice che lo strappo di Fini non è una conversione improvvisa, una capriola, un contrordine camerati, forse non ricorda le parole del suo vecchio leader. Se uno fa un piccolo salto nel passato, magari al 28 marzo 2009, scopre l’altro Gianfranco. È lui oggi il più grande e severo avversario del suo avatar contemporaneo. Fini contro Fini. Il passato contro il futuro. Il discorso del cofondatore al congresso fondativo del Pdl un anno e mezzo fa è in ogni passo un’accusa alla politica del leader del Fli. Fini è il più lucido avversario di se stesso. Oggi Berlusconi è un monarca, ieri il leader carismatico. Oggi il Pdl non c’è ed è Forza Italia allargata, ieri l’esatto contrario. Oggi si appresta a fare un partitino, ieri difendeva il bipolarismo e sognava il bipartitismo. Oggi pretende di discutere su tutto in Parlamento, ieri auspicava più poteri al premier. Oggi contesta il federalismo, ieri lo esaltava. Oggi appoggia l’inciucio siculo di Lombardo, ieri condannava accordi finalizzati al mantenimento del potere. Oggi occhieggia alla sinistra, ieri ne denunciava la crisi. Oggi rivendica che col Fli bisogna fare i conti, ieri osannava la lealtà. E poi la pillola: oggi si ostina a non rispondere su Montecarlo e sulle pressioni per favorire i suoi familiari, ieri si riempiva la bocca di etica. Basta leggere. Questo è ciò che diceva.
PDL
«Il Pdl non è Forza Italia allargata, non è la fusione più o meno fredda tra diversi soggetti politici. È un nuovo grande soggetto di popolo»
PARTITO UNICO
«Il richiamo, caro Silvio, che ieri hai fatto a Pinuccio Tatarella è stato l’omaggio a un’intuizione politica»
ALBORI
«È doveroso riconoscere al presidente del Consiglio che il Pdl non sarebbe nato senza quella lucida follia che in alcune circostanze davvero sembra guidare l’azione del presidente del Consiglio»
LEADERSHIP
«Oggi il partito c’è, ha una leadership che è di tutta evidenza, la leadership naturale, la leadership di chi in qualche modo l’ha fortemente voluto e costruito»
CORRENTI
«Il Pdl sia un grande partito di popolo e un grande partito democratico, il che non dovrà mai significare un partito diviso in correnti. La divisione in correnti è caricatura della democrazia»
BIPOLARISMO
«Il Pdl e il Pd rendono l’Italia più europea, più simile a quella democrazia europea che è basata su un sistema intimamente bipolare»
BIPARTITISMO
«Berlusconi ha detto “forse il bipolarismo potrebbe anche evolversi in senso bipartitico”. Non so se sono maturi i tempi, certo è, caro Silvio e cari delegati, che il Pdl dovrà mettere quanto prima all’ordine del giorno una forte accelerazione verso un sistema bipartitico».
STABILITÀ
«La nascita del Pdl garantirà la stabilità al nostro sistema e anche all’esecutivo perché l’esperienza recente ha insegnato che quando all’interno di un’alleanza vi è la necessità per identità o visibilità di partito di assumere posizioni non omogenee a quelle degli altri, si determina prima o poi una frizione che può anche sfociare in una tensione, in un indebolimento dell’esecutivo»
EFFICIENZA
«Un unico grande partito garantisce che l’esecutivo possa camminare sollecitamente verso gli obiettivi che ha posto al centro della sua azione»
DECISIONISMO
«Non può esserci contraddizione tra democrazia intesa come diritto del popolo di far sentire la propria voce attraverso i propri rappresentanti e una democrazia capace di governare, non soltanto di discutere, non soltanto di analizzare, ma capace di decidere. È la grande sfida dei tempi moderni»
BICAMERALISMO
«Il federalismo comporta necessariamente che una delle due Camere sia la Camera delle Regioni, o delle autonomie, o del territorio»
POTERI DEL PREMIER
«Bene fa il presidente del Consiglio a rivendicare la necessità di un rafforzamento dei poteri dell’esecutivo che gli consenta non soltanto maggiore tempestività e incisività nell’azione di governo, ma che gli consenta di avere una squadra di governo che sia strettamente collegata alla valutazione che il presidente dà della capacità dei singoli ministri»
REGOLAMENTI PARLAMENTARI
«Riformiamo il Parlamento, la forma di governo, i regolamenti parlamentari»
SINISTRA
«La crisi vera della sinistra non è tanto una crisi di consensi ma di idee. È una crisi che deriva dal fatto che si è spenta quella egemonia di gramsciana memoria che faceva sì che per anni fossero soltanto i maitre a penser di sinistra a comprendere ciò che si muoveva nella società»
FEDERALISMO
«Non temo affatto il federalismo fiscale per quel che riguarda l’impatto che può avere nel Meridione perché per certi aspetti può rappresentare una grande opportunità per liberare energie, per rompere condizionamenti, per mandare al macero la logica clientelare, la logica del favore. Non dobbiamo temere il federalismo fiscale»
SUD
«Dobbiamo liberare la società meridionale anche da quel ceto politico che in tante circostanze sembra più attento a fare accordi finalizzati al mantenimento del proprio potere piuttosto che a fare quel salto in avanti che è indispensabile»
ETICA
«In una delle versioni forse più cabarettistiche, forse più deteriori dell’essere italiani, c’è quella della tradizionale distinzione tra i furbi e i fessi. Cerchiamo, amici miei, di dimostrare coi fatti che stiamo dalla parte di coloro che vengono giudicati ingiustamente i fessi. Individuiamo ogni anno quei dieci, quindici, cinquanta cittadini modello, che rispettano le regole. Un’etica dei doveri, una grande stagione di assunzione di legalità»
LEALTÀ
«Abbiamo un leader che si è imposto per il suo carisma, per la sua capacità di costruire il partito, per quel che ha fatto in questi 15 anni. Abbiamo un popolo che è un popolo di consenso e un’enorme potenzialità organizzativa.
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