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Più tasse, pochi sconti: ecco tutti i danni inflitti alle micro aziende

Aggravi fino a 2.500 euro. Nessun beneficio dalla riduzione del cuneo fiscale

da Roma

Nella morsa degli aggravi fiscali e contributivi e con benefici marginali dalla riduzione del cuneo fiscale. Che la situazione per le piccole e medie imprese dopo la Finanziaria 2007 sia questa è cosa nota. Ma il centro studi della Cgia di Mestre è andato oltre e ha fatto i conti in tasca alle micro-aziende, quelle che a discapito delle dimensioni ridotte (meno di cinque dipendenti) rappresentano il nucleo del sistema produttivo economico, il 90 per cento delle imprese italiane.
Secondo l’associazione mestrina degli artigiani la manovra comporterà per queste un aggravio di spesa oscillante tra i 1.967 e gli oltre 2.500 euro. Cifre rilevanti vista la dimensione delle aziende, che peraltro non comprendono i prevedibili aggravi che deriveranno dalla revisione degli studi di settore. La simulazione si limita a considerare sia i vantaggi (pochi) che derivano da misure che vanno dalla riduzione del cuneo alla rimodulazione della curva dell’ex Irpef, sia gli svantaggi (ben più consistenti) relativi all’incremento dei contributi Inps a carico di artigiani e commercianti e le conseguenze derivanti dal nuovo regime fiscale sulle auto aziendali. Nella lista delle voci in rosso, anche i costi della burocrazia che, nonostante l’Italia già vanti da questo punto di vista un record, con il prossimo anno sono destinati ad aumentare di circa 300 euro a causa dei nuovi adempimenti introdotti dalla stessa legge finanziaria e dalla manovrina bis, il decreto Bersani/Visco, come ad esempio l’elenco clienti fornitori o il pagamento telematico delle imposte.
La principale misura pro imprese contenuta nella manovra, cioè la riduzione del cuneo, non avrà effetti per le micro aziende, visto che consiste nella riduzione della differenza tra la retribuzione netta e quella lorda. Ne deriva che a rimetterci in misura maggiore saranno le imprese individuali, quelle senza dipendenti, che rappresentano il 60 per cento del totale. La Cgia riporta l’esempio di una ditta con un’automobile aziendale, senza collaboratori e un reddito di 30mila euro. Con la Finanziaria dovrà sborsare 2.527 euro in più rispetto a quest’anno. Paradossalmente, con un reddito di 40mila euro - secondo la Cgia - la cifra d’impatto aumenterà un po’ meno, fino a 2.373 euro rispetto al 2006.
Non andrà molto meglio alle aziende con due dipendenti, che registreranno nuovi oneri per 2507 euro nel caso in cui il reddito della ditta sia di 30mila euro e di 2353 euro quando il reddito è di 40mila euro l'anno. Nella fascia delle aziende con cinque dipendenti si cominceranno a sentire gli effetti del taglio del cuneo fiscale, ma il saldo sarà sempre a sfavore dei contribuenti: le micro imprese con un reddito di 30mila euro ci rimetteranno 1967 euro che scenderanno a 1813 euro quando il reddito aziendale è di 40mila euro l’anno.
Cifre, sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre, che dimostrano come gli effetti positivi del taglio del cuneo escludano «il mondo dei piccolissimi imprenditori e delle partite iva».

Senza contare i nuovi studi di settore che saranno «un’ulteriore mazzata che rischia di decimare le micro imprese italiane».

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