Il suo obiettivo è rappresentare in Parlamento gli italiani che vivono in Svizzera. Lui si chiama Danilo Benevelli, vive a Lugano e è un azzurro di lungo corso: nel gennaio del 94 ha fondato il primo dei club di Forza Italia allestero. Adesso, il cinquantaduenne imprenditore attivo nelleditoria e nella logistica, è presidente della sezione svizzera degli Azzurri del mondo. E sarà candidato al Parlamento nella ripartizione Europa della circoscrizione Estero.
Qual è il suo programma da italiano residente in Svizzera?
«Innanzitutto puntiamo a difendere il sistema liberale e democratico appoggiando Forza Italia. È grazie allattuale governo di centrodestra che, per la prima volta dalla nascita della Repubblica, possiamo esprimere il nostro voto nel Paese di residenza. E non vogliamo consegnare lItalia a una sinistra senza un programma unitario che non sia quello di abbattere il governo Berlusconi».
Quali sono i temi centrali della sua campagna elettorale?
«Temi molto concreti, che si possono risolvere con un potenziamento dei rapporti bilaterali. Penso al ricovero nelle case per anziani e le pensioni. Lo svizzero paga secondo il reddito, litaliano naturalizzato è costretto a versare sempre la retta massima».
E i progetti riguardanti le pensioni?
«Il programma di Forza Italia prevede di portare le pensioni minime a 800 euro. Credo sia giusto che ne usufruiscano anche i residenti allestero. Inoltre in Svizzera noi paghiamo lAvs al sistema pensionistico elvetico e in caso di ritorno in Italia non abbiamo diritto di riscuotere ciò che abbiamo versato fino ai 65 anni di età. Anche questo è un problema da risolvere».
Lei è un imprenditore. In che modo ciò caratterizzerà la sua azione politica?
«Conosco bene i meccanismi economici e intendo puntare sulla massima semplificazione della libera circolazione delle merci. È necessario combattere la burocrazia che rende molto difficile lavorare in Italia a una ditta svizzera».
Da editore della rivista «Finanza araba», ha in mente anche progetti che riguardano il Medio Oriente?
«È bene guardare ai Paesi arabi non solo con locchio rivolto a terrorismo e fondamentalismo, ma anche pensando a essi come Paesi emergenti e enormi possibilità dal punto di vista finanziario».
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