Più volte i residenti avevano chiesto maggiore sicurezza

Migliorano le condizioni degli otto feriti della strage di Fiumicino Si indaga per omicidio colposo

(...) Jessica, 13 anni. E poi fiori, pensierini, foto e ricordi alle giovani mamme morte, Rotzica e Marzia, 32 e 36 anni. Più in là sulla recinzione di un area adibita a pascolo, uno striscione che la dice lunga: «Noi non dimentichiamo», firmato Le Vignole. Certo è che non saranno solo i residenti del quartiere tra la Roma Fiumicino e la Muratella a non dimenticare la scena definita dagli stessi soccorritori «apocalittica».
Una strage su cui il Codacons, il Comitato per la difesa dei consumatori, vuole chiarezza. «Chiediamo alla magistratura di accertare con puntualità e precisione - scrive il Codacons - le responsabilità connesse alla strage nella quale hanno perso la vita cinque persone. In particolare va fatta chiarezza sull’operato dell’amministrazione comunale di Fiumicino. Più volte i cittadini della zona avrebbero chiesto all’amministrazione locale l’adozione di misure in grado di rendere maggiormente sicura la strada teatro dell’incidente e garantire l’incolumità dei residenti. In caso di omissioni o negligenze, avviare le dovute azioni nei confronti dei responsabili».
In via Geminiano Montanari, intanto, sono andate avanti per tutta la mattinata di ieri nuove misurazioni: il punto d’impatto della Stilo con il cassonetto della spazzatura o con Angela e Cristiana, gli altri due pedoni travolti mentre stavano attraversando l’incrocio con via Idra. Una «pura formalità» per gli stessi agenti impegnati nei rilievi, una procedura che si seguirebbe sempre in caso di incidente mortale. Migliorano, intano, le condizioni degli 8 feriti. In particolare quelle di Gaia, 11 anni, operata d’urgenza al San Camillo.
«Contiamo di chiudere la relazione e consegnarla presto al pm Pasanelli - spiega Roberto Campisi, comandante provinciale della Polstrada -. Sarà lui a decidere quali misure emettere nei confronti dei guidatori. Confermiamo la dinamica ricostruita sul posto. Novità sostanziali non ce ne sono, anche se abbiamo colmato alcuni tasselli che sulle prime mancavano. I duecentodieci chilometri orari che indica il tachimetro della Stilo? Impossibili. L’auto può raggiungerli, è vero, ma non ci sono le condizioni per farlo su quella strada. Bisogna avere altri spazi per arrivare a 200 all’ora. Possiamo ipotizzare di tutto sul fatto che la lancetta sia ferma su quella cifra. Come la marcia inserita: la cloche del cambio è la prima cosa che viene toccata quando si estrae un corpo dai rottami. La velocità della Stilo non potrà mai essere calcolata con certezza dai resti perché la macchina ha subito due urti: il primo impatto con il Mitsubishi e il secondo con la Fiat 600. Tutto ciò raddoppia i danni e impedisce di distinguerli».


«Bisogna sottolineare il fatto - continua il comandante - che non esiste una strada insicura rispetto a un’altra. Certo, le misure per metterle in sicurezza vanno prese ma è la guida la responsabile numero uno di ogni incidente».

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