RomaA Barcellona, Atene e Lione, lo sperimentalissimo Flauto magico dellOrchestra di Piazza Vittorio era stato un successo. Ma la prova del nove la si è avuta allOlimpico di Roma, nellItalia roccaforte dellopera di tradizione. Cera tanta curiosità attorno a questa sorta di operazione-Allevi in chiave lirica. Che come Allevi sta dividendo la critica e conquistando il pubblico, più di 4mila spettatori. Dopo il debutto di mercoledì, stasera si avrà lultima replica, titolo inaugurale del RomaeuropaFestival.
Il Flauto di Mozart si presenta completamente rivoluzionato, o violentato, per dirla coi puristi. Per cominciare cè il personaggio di Papageno in chiave reggae, che esordisce alla Bob Marley, con la celebre aria declinata in senegalese. E Tamino entra in scena fischiettando la bellaria tutta tenerezze. Sono ventuno gli artisti coinvolti, nella duplice veste di cantanti e strumentisti che di volta in volta lasciano lorchestra, tutta sul palco e non nella buca, e raggiungono il centro del palcoscenico cantando nella propria lingua arie mozartiane: in versione pop, reggae, jazz e rock. Lideatore del progetto e direttore artistico dellOrchestra di Piazza Vittorio è Mario Tronco, per anni con gli Avion Travel. Confessa che allinizio era scettico sullesito di questo Flauto: «lanno scorso, per verificare se aveva senso continuare a lavorare al progetto, ho presentato la prima bozza a Roma. Ricordo quanti ragazzi sono venuti dicendo Mozart è un ganzo, me lo scarico da youtube. Allora ho deciso che la strada era percorribile», racconta. E prosegue: «Queste operazioni dovrebbero avvicinare i giovani allopera. Non sono un musicista dellarea cosiddetta colta, però se le reazioni sono queste, perché no?». Quindi vanno bene i fenomeni Allevi, tanto per intenderci? «Se Allevi piace tanto vuol dire che ha un suo valore», taglia corto Tronco che, chiamato a pronunciarsi sulle polemiche sulle sovvenzioni alla cultura, spiega che «lopera è un patrimonio fondamentale di questo Paese e quindi va assistito. E lo dice chi ha sempre operato in un settore privo di sovvenzioni statali.
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