Piano nomadi, il fallimento 80 per cento di clandestini

Rita Smordoni

È giallo sul Piano Nomadi del 2003 del Comune di Roma. Il Piano prevedeva 18 campi attrezzati e una spesa di 3,5 milioni di euro. Ma il capogruppo capitolino di An, Sergio Marchi, accusa: «Del piano non sappiamo nulla, non è mai arrivato in consiglio comunale. Tantomeno sappiamo qualcosa sui soldi spesi». Marchi sollecita il Prefetto ad applicare la legge Bossi-Fini anche ai rom della capitale: vanno espulsi tutti gli irregolari. Almeno 10mila nomadi di etnia romena e serba.
La vicenda prende le mosse nel settembre 2003. Quando l’assessore alle politiche sociali, Raffaella Milano, annuncia la messa in regola dei campi rom. In luogo dei circa 30 sorti fino a quel momento, ne saranno attrezzati 18. Di fatto il Piano è già iniziato, - spiega il Comune - con la bonifica del campo di via di Salone e lo smantellamento del villaggio della Muratella. Il progetto è ambizioso. Sono 6.500 i rom censiti in quel momento dall’Ufficio speciale immigrazione. La metà circa, secondo la Milano, andranno in 12 campi attrezzati, superficie un ettaro, moduli abitativi prefabbricati, allacci idrici e fognari, scuola serale, ambulatorio, ognuno per non più di 250 persone. Tutte in regola con i permessi di soggiorno, e «disposte a un percorso lavorativo». L’altra metà, circa 3.500 rom, andranno invece in 6 aree di sosta temporanea, ognuna per 600 persone, con tende, roulottes, wc, fontanelle. In questo secondo caso la permanenza (12 mesi) è sottoposta a vigilanza permanente. Due di queste aree sosta sono in quel momento già operative: in via della Cesarina, e in via di Salone. E le localizzazioni dei campi attrezzati? Cinque, top secret, sono ancora da decidere. Altre 7 sono già stabilite: Tor de’ Cenci (XII Municipio), Gordiani (VII), Salviati 1 e 2 (V), Candoni (XV), Villa Troili (XVI), via Lombroso (XIX). Costo dell’operazione, circa 3 milioni e mezzo di euro in un triennio. A distanza di oltre due anni, di tutto ciò si sono perse le tracce. Villa Troili brulica di criminali. «Il piano non è passato in consiglio comunale - afferma Marchi -. È stato solo approvato da una delibera su responsabilità dell’assessore Milano. Il fatto che il consiglio comunale non abbia dato indirizzi nè autorizzato la spesa, pone problemi di legittimità. Sui campi nomadi si registra in queste settimane un grande attivismo di Veltroni. Probabilmente la maggioranza capitolina ha capito che i campi rom per la città sono un nervo scoperto e corre ai ripari scaricando i rom nei Municipi guidati dal centrodestra».
Nel 2003 i rom erano 6500, oggi sono 15mila. «La situazione è sfuggita di mano alla giunta- conclude Marchi -.

Noi stimiamo che gli irregolari nei campi siano l’80 per cento. Delinquenti dediti allo spaccio, allo sfruttamento di bambini, clandestini. Sollecitiamo il Prefetto ad avviare il censimento nei campi, attraverso le forze di polizia, e ad applicare la Bossi-Fini».

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