Pietro Samperi*
Un recente sondaggio commissionato dal Laboratorio per la città di Pierluigi Borghini ha rivelato una notevole riduzione di consensi dei romani sulla qualità della vita nella città e sul lavoro della giunta comunale per migliorarla. Possono essere diverse le opinioni sulla interpretazione di tale esito, ma un dato emerge con sempre maggiore evidenza: un distacco tra leffetto positivo che sembra ancora trasmettere il sindaco Veltroni, grazie al presenzialismo ed allaffabile modo di porsi, e gli effetti concreti, sempre meno positivi, trasmessi dalla sua amministrazione comunale.
Distacco che i cittadini rilevano fra latteggiamento del sindaco in occasione di cerimonie o della enunciazione di grandi obiettivi per il futuro della città, esposti in realtà con semplicità, passione e trasmissione di fiducia, e il perseguimento reale di tali obiettivi, oltre che la stessa ordinaria amministrazione nella gestione dei problemi quotidiani, non meno che di eventi straordinari e di grande importanza, come il Piano Regolatore - i cui effetti appaiono solo dopo un certo tempo - che sono invece trascurati da una organizzazione politico-tecnico-amministrativa che, al di là di eccezioni, soprattutto per carenze del sistema, lascia molto a desiderare. Perché il sindaco, in altre sembianze, come un comune cittadino non prova a circolare qualche giorno sui mezzi pubblici o in auto e ad avviare una pratica in qualche ufficio comunale o municipale?
Di fronte a questo divario fra apparenza e realtà, ho ripensato a una interessante esperienza di qualche giorno fa in Campidoglio, dove ero stato invitato nel sancta sanctorum della Sala di Giulio Cesare, per assistere a una cerimonia organizzata dai costruttori romani con il patrocinio di Comune e Camera di Commercio, dal titolo «La città Dei Creativi. Visioni & progetti per Roma», nel quadro di una ricerca riguardante anche altre città. Il nocciolo della manifestazione è stato sintetizzato in una affascinante relazione di Paolo Borzatta, senior partner Ambrosetti, sul tema «Riflessioni e Proposte sul futuro di Roma», che ha spaziato su unampia serie di tematiche riassumibili nelle tre direttrici sociale, urbanistica, economica, esposte con notevoli effetto e spunti di interesse. Sono state tracciate le linee di una prospettiva di sviluppo della città al 2030, a partire dai motivi che differenziano Roma da tutte le altre città e dai quali nascono altri spunti di attrattività, interessi, vocazioni, in una parola di basi di sviluppo.
*urbanista
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