(...) «Struttura del Piano e Strategie»: è poco più di una fotografia di strade e ferrovie esistenti, con lindicazione di «centralità» costituite, allinterno del Comune, dalle localizzazioni di insediamenti per l'attività terziarie senza alcuna giustificazione urbanistica. La cultura politica e quella urbanistica non hanno saputo trovare una idea sulla quale lavorare per imprimere alla città e alla capitale una svolta nel segno dello sviluppo e della qualità della vita adatta agli anni della modernizzazione, dello sviluppo, della comunicazione. Quella che si definisce classe dirigente che ha il compito di amministrare la più grande città italiana e una delle più importanti capitali del mondo, non ha trovato di meglio che una scorciatoia per produrre un piano senza idee e senza autore basato sulla «ricucitura urbana» e nel tentativo, goffo e maldestro, di darne una qualche giustificazione lha definita «urbanistica contrattata» che si è risolta, in pratica, in accordi che favoriscono i soliti noti e con un prezzo a carico dei cittadini.
Non si può tacere di fronte a questo piano regolatore di Roma; non si può tacere di fronte ad un disegno della città senza respiro, senza progettualità e senza alcuna soluzione dei gravi problemi che la città. Il piano è loccasione storica per cambiare il volto della città. È loccasione nella quale è lecito cercare le mediazioni politiche ed economiche ma esse non possono esserne la sola ragione.
Coordinatore romano di Forza Italia
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