Piano regolatore, la Procura apre un fascicolo

Non ci sono indagati e non ci sono ipotesi di reato, per il momento. Ma c’è un fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Roma su presunti casi di abusi edilizi collegati al nuovo piano regolatore generale di Roma, approvato dal consiglio comunale di Roma il 12 febbraio scorso poco prima delle dimissioni del sindaco Walter Veltroni. L’indagine, a quanto si è appreso in ambienti della Procura, è nata da una segnalazione dei carabinieri. I pm che si occupano delle indagini, Delia Cardia e Sergio Colaiocco, hanno acquisito la puntata del programma televisivo di Rai Tre Report intitolata I Re di Roma, andata in onda il 4 maggio scorso e hanno intenzione di ascoltare le persone intervistate.
Una notizia che era nell’aria e sulla quale il sindaco Gianni Alemanno mostra prudenza: «Abbiamo, in passato, contestato da un punto di vista amministrativo e politico le scelte operate sul Prg e sugli Accordi di Programma. Senza alcun intento strumentale, attendiamo adesso l’esito del lavoro della magistratura per sapere se tali decisioni, oltre a essere contestabili politicamente, hanno avuto anche un profilo di illegalità». Decisamente più angustiato il tono di Giancarlo Cremonesi, presidente dell’Ace, l’associazione dei costruttori romani: «L’Acer - dice Cremonesi - segue con particolare preoccupazione le notizie circa le indagini avviate a Roma su presunte violazioni delle norme urbanistiche legate al Prg». Strumento, quest’ultimo, che «anche se suscettibile di interventi migliorativi, rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo e l’ammodernamento della Capitale, che deve presentare soluzioni idonee sul piano infrastrutturale, abitativo, urbanistico. Da questo punto di vista ci tranquillizza la scelta operata dalla nuova amministrazione capitolina di introdurre un elemento di garanzia affidando a una figura esterna ed estranea agli interessi cittadini, ma di alto profilo professionale, la responsabilità all’Urbanistica».
E proprio al nuovo sindaco si appella Italia Nostra, con una «lettera aperta» indirizzata anche alla giunta e a tutti i consiglieri comunali, i comitati e le associazioni che avevano denunciato da tempo il sacco urbanistico in atto a Roma chiedono che «in occasione dell’insediamento di lunedì 26 maggio (domani, ndr)» vengano «fermate subito il nuovo piano regolatore, l’attuazione dei bandi sulle aree dismesse e specialmente di tutti gli accordi di programma compresi quelli del commissario prefettizio». «Lo sviluppo della città - spiega la nota di Italia Nostra - è avvenuto senza alcuna seria programmazione con un consumo inaccettabile di territorio e di risorse pubbliche privilegiando quanto pretendeva la rendita immobiliare dei potenti costruttori romani a scapito dei bisogni e delle richieste dei cittadini».
E l’ex assessore all’Urbanistica Roberto Morassut, nel frattempo diventato deputato del Pd? Ostenta tranquillità olimpica: «Il Nuovo Piano Regolatore di Roma - garantisce - è stato un processo aperto e trasparente durato circa dieci anni, passato al vaglio severissimo sia dell’amministrazione comunale che di quella regionale e gestito in totale autonomia dal sistema degli interessi».

E nei confronti della trasmissione Report, da cui tutto è nato, Morassut ricorda si aver sporto querela: «La quantità di notizie false in essa contenute che presenterò in una conferenza stampa la prossima settimana, ci lascia del tutto sereni».

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