Un piano per ridurre le infezioni

«Grazie al piano messo a punto con l’assessorato alla Sanità di Augusto Battaglia e con l’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani la Regione Lazio mette in campo, per la prima volta in Italia, una nuova strategia che avrà l’obiettivo di tenere sotto controllo e ridurre al minimo la possibilità di contrarre infezioni nei reparti ospedalieri». A presentare il piano che punta a far diminuire le infezioni ospedaliere del 20 per cento in tre anni è il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo.
«Si tratta - spiega il governatore del Lazio - di un progetto richiesto da tempo per la fine del 2006, che a breve diventerà operativo in tutta la Regione». Il piano, coordinato da un centro di riferimento per le infezioni nelle strutture assistenziali che verrà istituito presso l’Istituto Spallanzani, è composto da tre sottoprogetti: il primo mira a migliorare i sistemi di sorveglianza delle infezioni per consentire di identificare le condizioni e le procedure nelle quali si generano e quindi di definire rapidamente interventi correttivi; il secondo è finalizzato a migliorare e a razionalizzare l’uso degli antibiotici; il terzo è un intervento di formazione. La giunta regionale dovrebbe votarlo tra pochi giorni.
Intanto l’ispezione dei carabinieri dei Nas al Policlinico Umberto I ha avuto già un primo evidente effetto. Anche se per il direttore generale Ubaldo Montaguti servono almeno dieci anni per risolvere i problemi denunciati da un reportage dell’Espresso, corsie, corridoi, sottoservizi e ambienti dell’ospedale più grande d’Europa ieri avevano già cambiato volto. Persino i tunnel che si dipanano per centinaia di metri sotto il Policlinico erano puliti e deserti.
In poco più di 24 ore, l’amministrazione del nosocomio finito sotto accusa ha fatto pulire gli ambienti da escrementi di cani, eliminato le buste piene di biancheria sporca abbandonate in corsia, messo un lucchetto alla porta, solitamente lasciata incustodita - come documentato dal settimanale - da cui chiunque poteva accedere al laboratorio di fisica sanitaria che custodisce sostanze radioattive.
Ieri le divise dei carabinieri non si sono viste in corsie, reparti e direzione sanitaria. Ma i militari dei Nas hanno lavorato a lungo per compilare le centinaia di verbali sui quali hanno annotato decine e decine di violazioni. Così come nel 1998, quando il Policlinico venne addirittura sequestrato dalla magistratura, le irregolarità riscontrate sono relative alla violazione delle norme igieniche, a quelle sulle norme per la sicurezza del lavoro. I Nas hanno fatto visita anche alle emoteche dell’ospedale, ai depositi di farmaci e hanno ispezionato anche numerose sale operatorie. Il lungo rapporto sarà consegnato alla Procura, che valuterà nei prossimi giorni se formalizzare, con iscrizioni sul registro degli indagati, i presunti responsabili di quello che il direttore generale del Policlinico ha definito «un degrado strutturale».
L’iniziativa dei Nas non è stata adottata su input dell’autorità giudiziaria. Sono decine infatti le segnalazioni e le denunce della polizia giudiziaria che giungono con cadenza mensile alla Procura di Roma sia dal Policlinico Umberto I, sia da altri ospedali della capitale. Reati, fanno notare a piazzale Clodio, che vengono «estinti» grazie ad una oblazione in denaro: versando poche centinaia di euro, insomma, i responsabili delle violazioni riscontrate nelle strutture sanitarie cancellano le loro colpe senza un processo, né una condanna.
Le irregolarità rilevate all’Umberto I sono in sostanza analoghe a quelle che determinarono nel luglio del 1998 il clamoroso sequestro dell’intero ospedale adottato, tra l’altro, dopo lo scandalo scaturito da otto casi di infezione postoperatoria su altrettanti anziani che rimasero ciechi a un occhio dopo banali interventi di cataratta. Il Policlinico restò sotto sequestro fino al mese di settembre del 1998 su disposizione dell’allora pm della circondariale Gianfranco Amendola.

Oggi, a quasi dieci anni di distanza, Amendola, diventato nel frattempo procuratore aggiunto, attende l’esito delle indagini e delle ispezioni compiute dai Nas: i carabinieri hanno annotato, come nel 1998, la presenza di trappole per topi in ospedale, sporcizia in corsia, degrado strutturale e ambienti che non rispettano alcuna norma antincendio e di sicurezza.

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