Antonio Signorini
da Roma
Circa 1.200 uomini in più per l’Agenzia delle entrate, una drastica revisione degli studi di settore che colpirà 57 categorie, rilancio del concordato preventivo e inasprimento delle pene per l’omissione dei versamenti Iva. Archiviato l’aumento dell’Iva e anche l’armonizzazione delle rendite finanziarie, la lotta all’evasione fiscale è diventata la principale voce a copertura dei tagli all’Irap che il governo inserirà nella prossima finanziaria. Per realizzarla il ministero dell’Economia guidato da Domenico Siniscalco sta mettendo a punto un piano articolato in sette mosse che porterà alle casse dello Stato cinque miliardi di euro.
Nel dettaglio - ha anticipato ieri il quotidiano Il sole 24 ore - le 1.200 assunzioni previste dal piano saranno tutte destinate all’attività di verifica. I nuovi «controllori» si aggiungeranno ai 14 mila dipendenti dell’Agenzia già impiegati al contrasto dell’evasione fiscale, delle frodi e del sommerso. Per quanto riguarda l’Iva dovrebbe essere reintrodotta la rilevanza penale per gli omessi versamenti con l’arresto da sei mesi a due anni per quelli superiori ai 50mila euro. Un altro ritorno previsto dal piano contro l’evasione e il sommerso è quello degli elenchi clienti-fornitori che erano stati soppressi nel ’94 dall’allora ministro Giulio Tremonti. Per quanto riguarda gli studi di settore la strada scelta da via XX settembre è ancora una volta quella di potenziarli ampliando la base imponibile colpendo 650mila contribuenti (meno dei due milioni della revisione di quest’anno) e facendo leva sui meccanismi di adesione volontaria agli obblighi fiscali come il concordato preventivo. Novità in vista anche per il contenzioso tributario con un probabile aumento dell’ammontare dell’imposta dovuta in pendenza di giudizio. Il contribuente potrebbe anche essere obbligato a pagare quanto deciso dal giudice già dopo il primo grado di giudizio.
Il governo vuole recuperare risorse anche migliorando l’efficienza dell’amministrazione pubblica.
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