Piano del territorio, oggi la revoca. Tornerà dirigista e senza sviluppo

URBANISTICA Tabula rasa Piano del territorio, oggi la revoca Tornerà dirigista e senza sviluppo Il principale strumento dell’era Moratti accantonato dalla giunta: «L’equazione edilizia e crescita è un’illusione». Entro l’anno una versione (politicamente) corretta. LINEE GUIDA Tra i nuovi obiettivi «l’inclusione civile e culturale dei migranti»

Piano del territorio, oggi la revoca. Tornerà dirigista e senza sviluppo

C’è un passaggio clou. Basta crogiolarsi nell’illusione che negli ultimi dieci anni «ha fatto coincidere lo sviluppo urbano con la crescita edilizia». Anche Milano è investita dalla crisi economica mondiale che può avere «gravi conseguenze, rischi di sovrapproduzione, rallentamento o blocco di grandi progetti». Oggi la giunta Pisapia revoca definitivamente il Piano di governo del territorio dalla Moratti e anticipa il nuovo corso nel «documento politico di indirizzo» redatto dal neo assessore all’Urbanistica Lucia De Cesaris. Anticipato ieri sera a Palazzo Marino ai segretari e capigruppo della maggioranza. Pisapia vuole riesaminare le oltre 3mila osservazioni dei cittadini, se ne parlerà da gennaio in aula. Ma la premessa saranno appunto le linee guida che vengono votate oggi, la prossima settimana approdano in commissione ed entro fine anno in consiglio. E dicono, in estrema sintesi, che la città sarà meno cementificata: «É opportuno formare un tavolo con gli operatori per valutare la corrispondenza tra qualità/quantità degli interventi e la domanda effettiva della città». Sarà un Comune più dirigista, il documento critica «la logica condominiale nell’affrontare i problemi della città» degli ultimi 20 anni, meno libertà ai privati, le trasformazioni pubbliche saranno governate con «una regia pubblica», con «un incremento delle dotazioni di servizio nei futuri quartieri». Leggi: scuole, verde, aree per i bimbi. La domanda di un’«inversione di rotta», sostiene il documento, è provata dal risultato elettorale». Si parla quindi di «revisione degli indici edificatori», nell’area del parco Sud (nel sistema della perequazione, lo scambio di volumetrie), e riduzione nei nuovi ambiti. Gli attacchi agli ex sindaci non sono neanche velati, nel governo del territorio occorre «umiltà e chiarezza di obiettivi», «maggior cura rispetto al passato nella selezione delle scelte». Parla di ferire da rimarginare, tra tutte Santa Giulia, ma anche di progetti che «in alcuni casi vanno ridimensionati per essere chiusi». Tra i piani di cui riprendere le fila si cita Porta Volta e Rubattino. Sì alla riqualificazione degli scali ferroviari «con un nuovo accordo di programma».
Milano nella visione della giunta è «cresciuta in ordine sparso, oggi è spesso inospitale e costosa»una città «da cui ci si allontana». Da cui: potenziamento dell’housing sociale, massimizzando la quota in affitto.

Non manca anche nel Pgt un leit motif, l’attenzione agli stranieri, la «Milano aperta al mondo» avrà tra gli obiettivi «intensificare i processi di inclusione civile, culturale ed economica dei migranti», «densificare le reti sociali che alimentano forme di coesione». Guarda già a confini più larghi, quelli della città metropolitana, e richiama «Regione e Stato ad assumersi le proprie responsabilità nel programma delle opere strategiche e dei finanziamenti».

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