Un pianoforte, una tromba e un duo di «titani del jazz»

Il punto di partenza di questa avventura musicale è noto. Un luogo caro a tutti gli appassionati di jazz: il palco di Villa Celimontana, questa sera alle 22.30 (biglietto unico: 10 euro). L’approdo, invece, è sconosciuto. Antonello Salis e Fabrizio Bosso, due titani della nostra musica, si affideranno, infatti, all’improvvisazione e alla forza del loro talento per far esplodere la voce dei loro strumenti in un concerto in formato duo che promette di soddisfare i palati più sofisticati, ma anche quelli più inclini al divertimento e alla fruizione leggera. Fabrizio Bosso alla tromba e Antonello Salis al pianoforte e fisarmonica: un incontro anomalo, ma capace di incuriosire, intrigare, interessare. Una formazione a due per un faccia a faccia che promette un uragano di improvvisazioni e un fruscio di carte e di note che si mescolano. Salis esegue, improvvisa, fa dell’estemporaneità un libero dogma, Bosso con la sua tromba unisce uno sguardo rispettoso del passato a una visione febbricitante della modernità che desta entusiasmo. Il duo è una della situazioni più congeniali per Salis (che ha collaborato tra gli altri con Stefano Bollani, Pat Metheny e Paolo Fresu), dove riesce a esprimere una intimità aperta, mai ripetitiva e una comunicazione di intrecci e note quasi simbiotici con il partner di viaggio e gli strumenti di questa mini-orchestra da palco.

Con questo intento è nato il progetto «Induo» che porta una volta di più alla ribalta Fabrizio Bosso, uno dei giovani talenti del nostro jazz, un musicista capace di fermare il tempo e conquistare i riflettori in ogni situazione, che sia sul palco di Cammariere o di Mario Biondi. Oppure su quello dei suoi High Five Quintet.

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