È la strategia dellannuncio. Basta ormai quella, anche se priva di dettagli e potenzialmente ingannevole come tutte le cose poco chiare, a mandare su di giri le Borse. Lennesima ipotesi di accordo partorita dallaccoppiata Merkel-Sarkozy, questa volta sulla ricapitalizzazione delle banche europee, è così stata accolta ieri dai mercati a suon di rialzi, con i titoli degli istituti di credito che più di tutti hanno beneficiato della corrente di acquisti (Unicredit si è riavvicinata a quota un euro grazie a un balzo superiore al 12%). Il sospiro di sollievo è in parte legittimo, perché compensa lo spavento preso con Dexia, listituto franco-belga nazionalizzato a causa dellinsostenibile esposizione nei confronti della Grecia nonostante avesse superato gli stress test in luglio, e accantona, per quanto solo temporaneamente, gli interrogativi su una situazione macro-economica tutto fuorché brillante. Anzi: a sentire un gruppo di economisti americani, gli Usa sono già scivolati in recessione, mentre sorprende il rinnovato interventismo della Cina, pronta a rilevare altre quote delle principali banche del Paese per sostenere uneconomia che manda segnali di affaticamento.
Eppure, davanti a guadagni compresi tra l1,8% di Londra e il 3,7% di Milano, indifferente al declassamento dellItalia da parte di Fitch, e di fronte a una Wall Street (+2,5% a unora dalla chiusura) che sembra credere in egual misura alle capacità taumaturgiche di Parigi e Berlino, si può solo opporre la prudenza consigliata dalle molte zone di opacità che ancora circondano il destino della Grecia. La troika composta dagli 007 di Ue, Bce e Fmi concluderà oggi la missione ad Atene, da cui dipende lo sblocco dellultima tranche di aiuti da 8 miliardi di euro. Sullesito dellispezione non si sa nulla. E altri giorni dovranno passare prima di capire quale sarà lorientamento dellUe. Il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo, inizialmente previsto per il 17-18 ottobre, è stato infatti spostato al 23 ottobre. Un rinvio legato alle necessità di valutare al meglio la situazione in Grecia, le ipotesi di ricapitalizzazione delle banche sul tappeto (Bruxelles, che preme per un intervento coordinato di tutti gli Stati membri, presenterà il proprio piano entro questa settimana) e il rafforzamento del fondo salva-Stati (Efsf).
Secondo alcune indiscrezioni, lintesa franco-tedesca punterebbe a un rafforzamento patrimoniale degli istituti in cambio di un loro maggior coinvolgimento nel salvataggio di Atene. In base agli accordi raggiunti lo scorso 21 luglio, con cui si era deciso di irrobustire lEfsf, gli istituti di credito avrebbero dovuto accettare una svalutazione dei sirtaki-bond in portafoglio, pari al 21% del valore nominale, ricevendo in cambio nuovi titoli. Ora, invece, le banche dovrebbero sopportare un taglio del capitale (il cosiddetto haircut) fino al 60%. Queste voci troverebbero conferma nelle parole con cui il ministro delle Finanze ellenico, Evengelos Venizelos, ha affermato esplicitamente di aspettarsi «un piano di partecipazione del settore privato rafforzato, migliore di quello previsto» in luglio.
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