MilanoPiazza Affari sprofonda sotto i colpi della speculazione, maglia nera di tutte le Borse europee: e si accendono i fari delle Procure di Roma e Trani, allarmate dalle «strane coincidenze» tra i crolli del 2010 e quelli delle ultime settimane del 2011, in particolare il 24 giugno, l8 e l11 luglio. E ieri né il via libera alla manovra, né il superamento degli stress test hanno portato lattesa boccata dossigeno: in una giornata già difficile per i mercati europei, che hanno bruciato 91 miliardi di euro in una seduta, la piazza milanese è stata la peggiore, con 12 miliardi andati in fumo e lindice Ftse Mib in calo del 3,06%.
Nel Vecchio continente si continua a temere il possibile effetto contagio della crisi di bilancio in Grecia ad altri Paesi dellarea euro: e non aiuta certo la minaccia di un Armageddon economico che potrebbe scatenarsi oltreoceano se Casa Bianca e repubblicani non troveranno laccordo sullaumento del deficit di bilancio.
Ma la speculazione, che mira ai punti deboli dellarea euro, ha messo lItalia sotto tiro: sotto pressione il mercato obbligazionario, dove torna a livelli da allarme rosso -337 punti base - lo spread tra i Btp e i bund. Il rendimento dei titoli si impenna oltre il 6%, a un passo da quella soglia limite del 7%, oltre la quale il salvataggio diventa inevitabile, come si è visto per Irlanda, Grecia e Portogallo. Non va meglio alla Spagna, dove lo spread tra titoli decennali e bund è schizzato a 370 punti, e il rendimento ha superato il 6,3 per cento. Ma è tutto il «sistema Italia» a essere travolto dalla corsa alle vendite, primi fra tutti i titoli bancari, trascinati da Mps (-7,22%) e Intesa Sanpaolo (-6,51%) che pure si è classificata come migliore istituto fra gli italiani nella prova disposta dallEba (European Banking Authority). Prova in più, se mai ce ne fosse bisogno, che la questione supera ormai i limiti delle contingenze nazionali e richiede una strategia globale.
«LEuropa continua ad affrontare le situazioni caso per caso - commenta Marco Giorgino, docente di Finanza al Politecnico di Milano -, ma non possiamo continuare a inseguire i singoli Stati. La politica monetaria non può più bastare, gli investitori si inseriscono dove ci sono profitti: dopo lItalia toccherà a qualcun altro, la stessa Francia non può escludere di trovarsi un domani sotto attacco. Certo, lItalia sconta un elemento di debolezza, legato allincertezza sulla reale capacità del Paese di frenare i conti pubblici. E non dimentichiamo che, con un debito pubblico che sfiora i duemila miliardi, ogni punto di interesse in più equivale a 19 miliardi».
E in questo clima di tensione internazionale, a Parigi si è riunito il Financial Stability Board, sotto la presidenza di Mario Draghi.
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