Piazza Affari chiude in calo in linea con gli altri listini europei sulla scia dei nuovi timori per l'economia mondiale dopo le stime prudenti della Fed sulla ripresa economica negli Stati Uniti. Il Ftse Mib è sceso dell'1,81% a 20.365 punti, mentre l'All Share ha ceduto l'1,69%. Gli indici hanno virato al rialzo circa mezz'ora dopo un'apertura poco mossa per poi virare in negativo e ampliare le perdite verso la fine della prima parte della mattina. In un paniere principale dominato dal segno meno, le vendite si sono concentrate sui bancari. La maglia nera del listino va ad Unicredit che ha ceduto,nel primo giorno senza Alessandro Profumo, il 4% a 1,82 euro (comunque lontano dai minimi dell'anno registrati a inizio giugno quando scese a 1,50 euro). Balzo in avanti di Mediolanum (+4,76% a 3,24 euro) dopo le indiscrezioni di stampa secondo cui le dimissioni di Profumo avrebbero aperto la strada a una fusione tra Mediobanca e Generali, operazione in cui sarebbe coinvolta anche la società guidata da Ennio Doris. Bene anche Mediobanca (+1,10%) che ha deliberato il ritorno al dividendo. Giù gli altri bancari con Banco Popolare (-2,56%), Intesa Sanpaolo (-2,03%) e Monte dei Paschi (-2,10%; Fitch ha abbassato il rating a lungo termine da A a A-). Tra i pochi titoli in rialzo anche A2A (+1,87%), nel giorno del consiglio di sorveglianza su Edison. Giù gli altri energetici (Enel -1,78%; Eni -1%). In netto ribasso Pirelli (-2,46%), Ansaldo (-2,55%), Prysmian (-2,86%)e Stm (-2,49%). Fiat in lieve rialzo (+0,28%) dopo che la società non ha escluso di valutare possibili «collaborazioni» per Fiat Industrial (Daimler ha smentito un suo interessamento).
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