Grazie a Wall Street e al rialzo del prezzo del petrolio che ha favorito i titoli del settore, Piazza Affari chiude la seduta limando all'ultimo le perdite, al termine di una giornata molto sofferta, con il Mibtel in ribasso dell'1,82%, e l'Spmib del 2,12%. A pesare sulla giornata sono state soprattutto le quotazioni dei principali titoli bancari, alcuni dei quali hanno anche dovuto sospendere le contrattazioni per eccesso di ribasso, come è accaduto a Banco Popolare, che, particolarmente penalizzato dal ribasso delle stime da parte di una banca d'affari, ha chiuso in calo del 9,66%. Intesa Sanpaolo ha perso il 3,58%, il Monte Paschi il 5,16%, Mediobanca il 9,55%, Bpm il 6,34%. A fare eccezione è Unicredit che recupera l'1,45%. Il ritorno del prezzo del petrolio a 49 dollari al barile ha favorito i titoli del comparto: Eni ha chiuso una seduta incerta con un netto recupero del 2,03%, Saipem ha guadagnato il 3,25%, Tenaris ha chiuso in rialzo del 2,52% ed Erg del 2,28%. Giornata nera per Tiscali: il mercato non ha reagito bene alla rottura delle trattative per la cessione degli asset inglesi. Sospeso per quasi tutta la seduta, il titolo ha chiuso in calo del 47%. Non è andata meglio al settore delle tlc in generale con Telecom Italia in calo del 4,58% e Fastweb del 7,5%. Fra gli editoriali, forti vendite sull'Espresso (-7,88%) e su Seat (-7,72%). Calano anche gli assicurativi con Generali che perde il 4,22%.
Le Borse estere. Chiusura contrastata per le Borse europee, dopo una giornata che si era aperta sotto i peggiori auspici, con Tokyo scivolata ai minimi degli ultimi 26 anni, zavorrata dal deficit record delle partite correnti registrato dal Giappone a gennaio. Gli indici del Vecchio Continente però hanno ridotto le perdite nel pomeriggio, alcuni virando anche in «nero», complice il rimbalzo del prezzo del petrolio e l'andamento volatile di Wall Street.
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