Piazza Affari «mini» Ma l’indotto vale 18 miliardi di euro

da Milano

La ritrosia a quotarsi dell’azienda Italia resta un ostacolo ma già a fine 2006 su Piazza Affari faceva perno un indotto da 17,7 miliardi di fatturato e 50mila posti di lavoro. L’amministratore delegato Massimo Capuano scopre i numeri di Borsa Italiana davanti alle massime cariche del Paese e al gotha della finanza accorsi a Palazzo Mezzanotte per festeggiarne il bicentenario. Il contributo al Pil arriva allo 0,7%, «come l’industria dei mezzi di trasporto, dell’abbigliamento o dei mobili», prosegue Capuano che la scorsa estate ha fatto confluire Milano nella londinese Lse dando vita alla prima Borsa del Vecchio Continente. Nel nostro Paese il numero delle società quotate è però insufficiente (il bacino potenziale è di 2mila realtà) ed è forte lo scarto rispetto alla media europea, ha proseguito il top manager, rimarcando che un listino più corposo apporterebbe benefici a tutta l’economia. Nell’ex sala delle grida l’ospite d’onore è Giorgio Napolitano: «La Borsa Italiana rappresenta un grande patrimonio», anche da qui «deve venire un forte impulso a contrastare l’instabilità dei mercati», ha sottolineato il presidente della Repubblica. Poco prima, dal palco il premier uscente Romano Prodi aveva evidenziato «gravi carenze» nel sistema delle regole, augurandosi che sia rivisto «il numero» delle Authority anche a livello europeo.
Le Borse «hanno continuato a funzionare bene anche nei momenti più acuti della crisi» innescata dai mutui subprime, ha però assicurato il presidente di Piazza Affari, Angelo Tantazzi sottolineando come l’epidemia dei mutui ad alto rischio americani esplosa la scorsa estate riguardi «la parte meno regolamentata e trasparente dei mercati: molti degli strumenti finanziari oggi sotto esame sono scambiati al di fuori dei mercati regolamentati».
«Sostenere lo sviluppo della Borsa e la sua competitività vuol dire sostenere la crescita di un intero sistema», ha aggiunto Capuano durante la kermesse, culminata con un pranzo tra i vertici di Piazza Affari, della capogruppo londinese Lse, Prodi, Tommaso Padoa-Schioppa e il presidente Abi, Corrado Faissola. Piazza Affari ha chiuso il 2007 con 344 società quotate e una capitalizzazione totale prossima alla metà del Pil italiano, ma Capuano ha lanciato l’allarme sulla cultura finanziaria dei risparmiatori, ancora lontana dall’essere soddisfacente.

L’ad di Borsa ha quindi poi ricordato come l’Italia non attragga flussi di investimento finanziario da altri Paesi, e sia un esportatore di capitale di rischio, ma senza uno sviluppo del listino l’attenzione dei fondi si indirizzerà all’estero.

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