Gianni Pennacchi
da Roma
Lattenzione è sul 2 dicembre e la manifestazione in piazza San Giovanni, più che sulla vicenda parlamentare. Non che la protesta popolare «possa far cadere Prodi», ma una mano ad affrettarne la fine la darà senzaltro, come i voti di fiducia che il premier sappresta a chiedere e che «finiranno col soffocare la sua stessa maggioranza». A protestare contro la Finanziaria a Roma «ci sarà una partecipazione oltre ogni previsione», poiché molti verranno a manifestare «spontaneamente». Del resto, quale sia lo sfavore popolare che circonda ormai il governo di centrosinistra lo confermano i sondaggi, «tra me e Prodi ci sono quasi venti punti di distacco, e tra noi e loro quasi dieci». Dunque è il momento dellunità nel centrodestra, «anche Casini è convinto della necessità di far cadere Prodi», e «sulla lealtà di Bossi e della Lega non ho alcun dubbio».
È un Silvio Berlusconi determinato e allattacco, quello che ieri pomeriggio ha incontrato i coordinatori regionali di Forza Italia a Palazzo Grazioli. Un leader col vento in poppa, che giudica il momento politico più che favorevole, dunque smorza i toni delle polemiche interne allopposizione, anzi li spegne del tutto. Sulle «fibrillazioni» leghiste i giornali «hanno ingigantito le parole» tranquillizza, e il Carroccio «si sta impegnando molto per il successo della manifestazione nazionale». E che lUdc il 2 dicembre non sia sul palco con gli altri leader del centrodestra e scenda invece a Palermo per manifestare sui propri «valori», sembra addirittura ignorarlo. Quel che al leader della Cdl ora basta e avanza, è che «anche quelli dellUdc sono convinti, come noi, in tutto e per tutto della necessità di far cadere il governo Prodi». Il motivo? Sta tutto nel più recente sondaggio che il Cavaliere ha sbandierato ai suoi colonnelli, e che danno il centrosinistra allangolo. Nellindice di gradimento Prodi è sceso al 33,5% mentre Berlusconi è al 53,5% e gli scontenti dellesecutivo in carica sfiorano il 72%. Pesante è anche lo scarto tra le due coalizioni: il centrosinistra è sceso al 44,5%, il centrodestra sale al 56,5%. Forza Italia poi, secondo il sondaggio lambisce quota 30, è al 29,9%.
Dunque è importante il successo della manifestazione popolare, sul quale Berlusconi non ha dubbi pur sapendo che non è facile riempire piazza San Giovanni. «Ci sarà una partecipazione spontanea superiore ad ogni previsione», ha tranquillizzato assicurando che «durante i miei contatti e le mie telefonate in tantissimi mi dicono che bisogna andare a protestare». Le adesioni, secondo i calcoli di Fabrizio Cicchitto, sono già 167mila, e ai coordinatori regionali è stato affidato il compito di organizzare almeno 2.000 pullman. Qualche rappresentante di regioni più lontane da Roma ha fatto presente che non è semplice organizzare queste carovane, il viaggio costituisce un sacrificio. E Berlusconi ha risposto: «Anche per noi è un sacrificio. È un sacrificio anche la nostra vita politica, ma noi rappresentiamo il malcontento del Paese che non vuole assolutamente questa Finanziaria né il governo Prodi». Il sacrificio per la classe dirigente forzista sarà anche materiale, perché ad ogni parlamentare viene chiesto un contributo straordinario di 2.000 euro, e di 1.000 ai consiglieri regionali.
La spallata per far cadere il governo di Romano Prodi? «Finché non avremo i numeri è difficile farli cadere», ha detto analizzando i risultati delle votazioni tenute in questi giorni al Senato, rassicurando: «I tempi sono vicini, ma non così vicini». Renato Schifani, poiché a Palazzo Madama ci sarebbe parità senza il voto dei senatori a vita, ha proposto di sponsorizzare la proposta Cossiga, e Berlusconi ha acconsentito: «Sono daccordo, va bene».
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