Claudio De Carli
Se il nostro pugilato ha bisogno di leggende per resuscitare, ecco la più grossa. Primo Carnera era di Sequals, finì in America e la gente per anni non riuscì ad abbinare quella cittadina in provincia di Pordenone al resto dellItalia. Ma pare che a ventuno anni scarsi era già alto più di due metri e pesava 125 chili, quindi nessuno andò mai a fargli domande strane. Parlava a labbra strette come se avesse sempre un paradenti in bocca e non riuscì a farsi capire neppure quando si trovò davanti a un plotone di partigiani che lo stavano fucilando. Per sua fortuna venne riconosciuto da uno del drappello ma per tutti era leroe di regime, voluto e creato per la propaganda, altezza e poco cervello, praticamente perfetto. Benito Mussolini lo esaltò dopo la vittoria su Jack Sharkey nel 1933 che valeva il titolo mondiale dei massimi e poi fece partire una mega censura per coprire la sconfitta contro Max Baer un anno dopo, tanto sorprendente che fu facile ipotizzare una combine. Ne diventerà il re quando, al termine del conflitto mondiale, passerà alla lotta libera, una carriera oltre il mito.
Bene, nel 2006 ricorre il centenario della sua nascita e sarà proprio Milano il centro delle celebrazioni con una retrospettiva allArengario patrocinata dal Comune e sostenuta dallassessorato allo sport della regione. Con un colpo che potrebbe passare alla storia: un match a fine luglio in piazza Duomo fra il campione europeo dei welters Giovanni Parisi contro il vincente della sfida fra Messi e Klose, titolo in palio.
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