Piazza della Repubblica off-limits per i funerali dei tre caduti in Irak

Marcello Viaggio

Dopo l’Ara Pacis, ora piazza di Spagna. «Il sindaco Veltroni ancora una volta spedisce a casa degli abitanti del centro storico, dépliant che propagandano i lavori effettuati» denuncia il capogruppo della Lista Storace alla Pisana, Fabio Desideri: «Quanto sono costati al Comune di Roma? A quanti cittadini sono stati recapitati?». I pieghevoli, dalla grafica molto curata, stanno arrivando in questi giorni nelle cassette della posta.
Tre pagine, sei facciate in carta patinata a colori, formato 30x14, nelle quali, tra cenni vari di storia, arte ed architettura, vengono pubblicizzati gli interventi del Campidoglio costati ai romani tantissimi disagi e anche non pochi quattrini. «Piazza di Spagna. Eleganza e cosmopolitismo» s’intitola il depliant, stampato a cura dell’assessorato comunale all’Urbanistica e dell’ufficio per la Città storica. A quanti cittadini è stato spedito non si sa, in quanto il pieghevole non lo dice. Ma sicuramente a tanti elettori.
«Lo scorso ottobre - afferma Desideri - denunciammo la diffusione di depliant propagandistici, nei condomini e nei locali del Tridente, riguardanti i lavori della nuova copertura dell’Ara Pacis. Ora è la volta di piazza di Spagna, riconsegnata ai cittadini lo scorso 2 aprile dopo oltre un anno di lavori, al termine dei quali il “salotto di Roma” è stato lastricato con una spianata di sampietrini dove prima c’era una spianata di sampietrini».
Basta leggere il depliant, per scoprire che il Campidoglio si vanta di avere restituito l’area ai romani ed ai turisti: l’obiettivo dei lavori a piazza di Spagna, è scritto nel pieghevole, era di «liberarla dal traffico privato e restituirla al suo splendore di area pedonale». «Peccato che le auto non potessero accedere a piazza di Spagna neanche prima - commenta sarcastico Desideri -. A parte quelle dei residenti, ma solo sul lato di via del Babuino, scendendo dal Pincio, dove c’era una manciata di posteggi regolamentati, il resto dell’area era off limits».
Insomma, le auto possono parcheggiare, come sempre, soltanto fuori dai pilastrini. Ma allora in che cosa è cambiata la piazza? Presto detto. Sono stati tolti e rimessi i sampietrini, ristrutturati i marciapiedi, installato l’impianto di innaffiamento delle palme, messa in sicurezza la rete dei sottoservizi, cambiati i chiusini, spostata l’edicola (ma non il fioraio che dimora sotto l’ombrellone), collocati dei vasi rettangolari di plastica color arancione (che si possono acquistare in qualsiasi grande magazzino).
Insomma, una piccola serie di interventi di manutenzione, che difficilmente possono giustificare un anno di lavori. «Ma che soprattutto non giustificano la spedizione ai residenti di un depliant - denuncia l’esponente della Lista Storace -. Un’amministrazione che si vanta di aver chiuso una delle piazze più importanti di Roma per rifare i marciapiedi, e lo comunica stampando dei depliant propagandistici, inviandoli ai cittadini, è un’amministrazione che ha fallito e che rischia di coprirsi di ridicolo.

Cercando di scimmiottare Rutelli, che convocava i giornalisti anche per pubblicizzare una galleria dei servizi, cioè un cunicolo dove passano i tubi, l’attuale sindaco non fa un bel servizio alla città» conclude Desideri.

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