La piazza di studenti e Fiom Caos in centro, Uil assaltata

La Fiom aveva promesso 30mila metalmeccanici, hanno dovuto accontentarsi di poco più di 20mila. In ogni caso un bel corteo, in epoca di riflusso nel privato, che ha sfilato da Oberdan a Duomo, in maniera rumorosa, colorata e ma soprattutto pacifica. Tanto che gli antagonisti hanno preferito starsene buoni fino alla fine, prima di assaltare Assolombarda, venendo respinti dalle forze dell’ordine, e la Uil. Antagonisti che si sono esibiti anche imbrattando di uova e vernice banche, scuole, Edison e Eni. Anche se i danni peggiori, come sempre, li ha subiti il traffico.
Le manifestazioni hanno avuto un prologo alle 5 del mattino davanti a un stabilimento del gruppo Marcegaglia in viale Sarca 336, dove operai e studenti per mezz’ora hanno bloccato l’ingresso di lavoratori e merci. E ovviamente il traffico. Poi, nel tornare in centro, hanno paralizzato anche Loreto, per arrivare alle 9.30 in Cairoli. Da qui circa 500 tra studenti guidati dal centro sociale Cantiere e aderenti al Sindacato di base hanno imboccato la cerchia dei Navigli. E per la strada hanno imbrattato le sedi di Edison, foro Bonaparte, Enel e Università Cattolica, via Carducci, una scuola privata, via Lanzone, Unicredit e Ubi Banca in corso Italia, prima di sbucare in Missori per cercare di avvicinarsi ad Assolombarda in via Pantano.
Nel frattempo il grosso dei manifestanti, concentrati in Oberdan, iniziava lentamente a defluire verso il Duomo. Una folla, come non si vedeva da tempo, ha creato un unico blocco che ha riempito completamente l’intero corso Venezia, non meno di 20mila persone. In testa Il prete operaio Don Gallo, il candidato sindaco di sinistra Giuliano Pisapia e il giornalista Gad Lerner, i segretari Fiom cittadino, Maria Sciancati, regionale, Mirco Rota, e nazionale Maurizio Landini, i segretari Cgil di Milano, Onorio Rosati, e Lombardia, Nino Baseotto e il senatore Antonio Pizzinato, ex segretario nazionale della Confederazione. In fondo i centri sociali, rumorosi ma tutto sommato pacifici. Verso le 11 il corteo è sbucato in Duomo per i comizi.
A quel punto un piccolo spezzone di Slai Cobas si staccava e raggiungeva a Missori Cantiere e Usb impegnati da una decina di minuti in una trattativa per imboccare via Albricci. Qualche ulteriore discussione poi venivano fatti passare tutti. Anche perché Assolombarda era blindata, strade sbarrate dai mezzi della polizia di traverso, agenti e carabinieri ovunque. Di fronte allo sbarramento sindacalisti e studenti inveivano e lanciavano fumogeni ma nulla più. Andati via loro sono arrivati gli anarchici della «Stamperia», che odiano il Cantiere, accodatisi a un altro spezzone dello Slai Cobas. Lasciati parlare i sindacalisti, gli antagonisti hanno iniziato a lanciare bombe carta, sassi, bottiglie, arance e persino escrementi contro le forze dell’ordine. Sono partite le cariche, la polizia li ha dispersi e i più lenti, e fessi, si sono beccati qualche rude manganellata.

Dopo aver bivaccato un’altra mezz’ora in via Larga, alle 13 si sono allontanati, sbucando un’ora dopo in via Campanini per attaccare la sede Uil: fumogeni e petardi, scritte ingiuriose sui muri, vernice su muri, auto e passanti. E solo la presenza dei carabinieri, rimasti anche loro imbrattati, ha evitato l’irruzione. Ma era l’epilogo: gli antagonisti, convinti di avere vissuto una giornata rivoluzionaria, tornavano soddisfatti a casa.

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