Il dopo piazza di Veltroni? Recuperare la sinistra

Dopo i "bagordi" del Circo Massimo i democratici cercano di ricompattarsi. Il ministro prestigiacomo: "Veltroni ha confermato la propria leadership". Ma Franceschini anticipa: "Alle europee correremo soli". La Brambilla: "Contraddizioni ancora troppo forti"

Il dopo piazza di Veltroni? Recuperare la sinistra

Roma - "Se c’è qualcuno nella maggioranza che pensa che le regole non si cambiano da soli è il momento di farsi avanti, di battere un colpo e di cominciare a discutere". Marina Sereni parla della legge elettorale per le Europee ma è comunque la faticosa prospettiva del dialogo quella evocata dalla capogruppo Pd alla Camera. Faticosa soprattutto, si direbbe, dopo la kermesse "Democrat" di sabato scorso, il cui primo effetto sembra l’ulteriore irrigidimento del confronto Pdl-Pd. Intanto, nel centrosinistra  iniziano i primi contatti per la corsa a Bruxelles con Franceschini che apre anche all'ala più radicale.

Il dialogo coi democratici Non sono poche, né di poco conto, le voci che nella maggioranza rompono la consegna della severità e della minimizzazione scattata insieme alla guerra dei numeri sulle presenze al Circo Massimo. È un ministro, Stefania Prestigiacomo, a riconoscere per esempio che "la folla numerosa del Circo Massimo ha finalmente messo in chiaro che il Pd c’è, esiste, e fose ha superato la crisi interna in cui era precipitato". "Certamente Veltroni è più forte", dice l’esponente Pdl che mescola critiche e inviti a guardare al futuro: "La manifestazione è stata la legittimazione di una leadership pesantemente minacciata al suo interno. E se la crisi del dialogo è stata causata anche dalla poca chiarezza su chi fosse l’interlocutore nel Pd, oggi questo problema sembrerebbe superato". Certo, non è la lettura del sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, pronta a sottolineare che "fino a che avremo una situazione dove emergono contraddizioni sotto gli occhi di tutti, all’interno del Pd e non è chiaro nemmeno quale sia il suo rapporto con il partito di Di Pietro, ogni tipo di dialogo è fuori da ogni logica".

I litigi nella sinistra Più complesso è però anche il giudizio di Ignazio La Russa: "Tutte le manifestazioni hanno un effetto politico, e io non credo che ci si possa scandalizzare per una manifestazione". E allora il ministro della Difesa, che è anche il 'reggente' di An, parla sì di "leader litigiosi" nel centrosinistra ma pronostica anche "un periodo di minore litigiosità dei leader della sinistra e un tentativo di fare opposizione più unificata".

Proprio quello che si può leggere nelle parole del numero due Pd, Dario Franceschini, quando anticipa che alle Europee, stante la legge elettorale, il Pd correrà solo "ma nelle nostre liste potremmo dare spazio a esponenti diversi della cultura riformista, da quella ambientalista a quella socialista".

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