Scene da campagna elettorale. Giuliano Pisapia gioca a bocce con gli anziani del quartiere. È la prima uscita pubblica in vista del ballottaggio e il candidato della sinistra ha scelto piazzale Lavater, dove un gruppo di cittadini protesta contro il parcheggio in arrivo (o meglio contro i disagi per i lavori). Pisapia in sostanza dice che il parcheggio non si farà e che anzi la sua intenzione è un ulteriore tuffo indietro nel tempo: «Piazza Lavater è salva, la faremo tornare come era in passato».
«Hai visto? Il nuovo sindaco, quello dopo la Moratti» dice al marito unanziana signora un po confusa ai giardinetti di via Morgagni. In effetti lavvocato della sinistra sfida la sorte, si aggira per la città come se avesse già vinto, esce dalla sede del Pd in via Pergolesi per annunciare che sta ragionando sulla giunta e sui poteri dei consigli di zona. Quando arriva in piazzale Lavater, si impegna a costruire un tetto per la bocciofila, a mettere a posto piazzale Bacone.
Il ballottaggio è ancora tutto da giocare, ma il candidato pensa ai referendum del 12 giugno, quelli sul nucleare e lacqua pubblica: «Rispetterò le scelte dei cittadini». Bisogna vedere se gli elettori convinti di aver vinto torneranno al voto per il ballottaggio, anche perché le giornate di sole invitano alle vacanze. «Qualcuno vorrebbe andare al mare, aspetti domenica a mezzogiorno» suggerisce un preoccupato Pisapia.
Intanto, per tenere alto il livello di adrenalina, alza i toni. «Sarà dura per me, perché cercheranno di buttare fango e raccontare menzogne».
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