Cronache

«La Piazzetta», una sfida tutta vino e cucina

L’ ha presa come una sfida. S’è detto da principio: «Faccio pizze da vent’anni e più, in via Pisacane. Mi dicono che sono buone, e mi fanno i complimenti. Ma io voglio qualcosa di più. Un ristorante, ad esempio...». Detto fatto: Aldo Marco - Aldo il nome, Marco il cognome, ferrea la volontà - ha puntato lo sguardo su «La Piazzetta», a due passi dai teatri. Correva l’anno 2003. Pronti, via: qualche lavoro di restauro, ma soprattutto tanto impegno in cucina e una originalità che ha fatto, fin da subito, la differenza. E sì, perché alla sigla «La Piazzetta» Aldo Marco ha aggiunto «Vino e Cucina». Che sembra niente e invece è tutto un programma: ti siedi a mezzogiorno-l’una (ma alla sera è più o meno la stessa cosa), saluti - «ciao, Giorgio!» - il pittore che sta gustando una pescatrice agli asparagi, fai un cenno all’avvocato e ai due assessori, guardi la lavagna che fa da menù, scegli il primo tavolo libero (e non è che ce ne siano tanti), aspetti che Monica, Jana e Dario finiscano lo slalom per quelli che t’hanno preceduto. Poi, finalmente, gusti. O la cucina da onesta trattoria, tipo: minestrone, taglierini ai frutti di mare, acciughe al verde, e uno stoccafisso accomodato che obbliga a fare la scarpetta (le olive, accidenti, sono pugliesi giganti, ma solo perché - lamenta il cuoco Gavino Loches, sardo-perfezionista - «le taggiasche me le lasciano nel piatto, come fossero ornamentali!»). Oppure, le pretese più sfiziose: testaroli al pesto, pescato del giorno, cacciagione (su ordinazione). Tavolo di legno spesso, tovaglioli e salviette di carta, porzioni abbondanti, ma senza eccessi. Poi, c’è il vino. La carta - in corso di restyling, lo meritava - comprende un’intrigante panoramica di produttori nazionali, con punte eccellenti - anche Giacomo Tachis è ben rappresentato -, ma anche etichette cosiddette minori, ottime per rapporto prezzo-qualità. A proposito: se non finisci la bottiglia, Aldo la incarta per fartela portare a casa. Altrimenti, gusti a bicchiere, ma con tutti canoni del gourmet: merito di quell’«Enomatic» con 16 «rostelli» (bocche) da cui mescere il nettare di Bacco. Temperatura e pressione controllate, per otto bianchi, e altrettanti rossi, che ruotano nel corso della settimana. Così si possono provare sontuosi abbinamenti ai singoli piatti. Solo un consiglio, a Aldo e Gavino: non accontentatevi. E visto che la materia prima vale e la «squadra» è all’altezza, migliorate ancora (e, già che ci siete, mettete in tavola la bottiglia di bianco in una glassette...).
«La Piazzetta-Vino e Cucina», Genova, via Calatafimi 9, telefono 010.877028. Chiuso domenica. Prezzo medio di un pasto completo (vini esclusi): 28-35 euro.

(Ultima visita: 3 marzo 2007).

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