L'incoronazione di più bella del volley italiano le è arrivata direttamente da Trivial Pursuit, uno dei giochi di società più popolari. Sabato Francesca Piccinini compirà 30 anni, tanto più con il ritiro di Maurizia Cacciatori è diventata la pallavolista più popolare. Sono dieci anni che gioca nella Foppapedretti Bergamo, con cui ha vinto tre scudetti, due coppe Italia, tre Champions League, una supercoppa italiana e una Europea.
Francesca, come si sta da regina del volley?
«Sono contenta di quello che sono
interiormente, al di là del mio aspetto
esteriore; dei valori che mi hanno insegnato
i genitori. Per carità, ho tanti corteggiatori,
che mi riempiono di complimenti,
però preferisco che mi dicano
"brava". Nelmondo ci sono tantissime
donne molto più belle di me, io
non mi vedo così straordinaria, come
magari tanta gente
mi dipinge».
Quando smetterà
di giocare,
entrerà nel
mondo dello
spettacolo?
«Ho già
partecipato
a varie iniziative
di una
certa visibilità:
il calendario
della Foppapedretti,
uno mio per la rivista Men's
Health, sono stata ospite a Quelli che il
calcio, intervistata più volte in tv. Non
grandi cose, perchè abbiamo tantissime
partite, è difficile trovare tempo libero.
Sono diventata professionista a 14 anni,
quasi una vita fa, ma ho ancora tanta voglia
di giocare e di vincere. È prematuro
pensare al dopo volley, di certo mi dedicherò
alla famiglia. Quando smetto, penso
di uscire dal mondo della pallavolo,
intanto vivo alla giornata. Da qui a 3-4
anni non so cosa farò».
Da sabato Valentina Vezzali parteciperà a
«Ballando con le Stelle», su «Rai1».
«Una trasmissione molto carina, di cui
tanti sportivi sono già stati protagonisti. È
come uno sport, devi imparare, ma non è
il tuo mestiere.Nonsono contraria, Valentina
ha molte opportunità perchè non gioca
tutto l'anno, a differenza mia. Non fa
parte di una squadra, se non alle grandi
manifestazioni, ha vari mesi liberi. Io invece
fra club e nazionale fatico a conciliare
gli impegni mondani».
La fama le è arrivata grazie alle vittorie o all'avvenenza? «Sicuramente dai successi: l'oro mondiale a Berlino 2002 e in Coppa del Mondo, l'anno scorso in Giappone. E poi le medaglie agli Europei e nel Grand Prix, oltre ai successi con i club. Quelli sono fondamentali per farsi conoscere, spero di centrare il grande Slam, prima di ritirarmi, cioè di vincere nello stesso anno scudetto, Coppa Italia e Champions League. Ci sono tante belle ragazze che fanno altri lavori o vincono di meno e sono meno note».
Di Cacciatori e Simona Gioli è rivale, in qualche
modo?
«Amica di entrambe. Sono molte belle e
persone fantastiche. Io guardo gli uomini
ma apprezzo anche le belle donne. Prima
di tutto però con una persona devo stare
bene, l'invidia per me non esiste».
La bionda brasiliana Ana Paula Mancino
una decina d'anni si era fatta notare per le
sue curve, quando giocava in Puglia e poi in
Sicilia. Si è ritirata nel 2004, entrando nel
dimenticatoio.
«Sicuramente lo sport aiuta a modellarsi
fisicamente. Un certo tenore di vita e gli
allenamenti migliorano il corpo, la vera
fortuna sono i genitori che ti fanno venire
in un certo modo».
Mancano tre anni e mezzo alle prossime
Olimpiadi, lei ci sarà?
«Se il fisicomelo permette, voglio arrivare
a Londra. Federica Pellegrini e altre
campionesse olimpiche hanno superato
il volley, nell'indice di gradimento
degli italiani, a ripeto interessa vincere:
quando mi passerà la voglia, attaccherò
le scarpette al chiodo. Tante
colleghe a 34, 35 anni giocano ancora
».
Simona Gioli un anno e mezzo fa ha
partorito un figlio e poi è ritornata a
giocare.
«Si è trovata al fianco la persona giusta,
poi ha ripreso più forte di prima.
Per questo l'ho apprezzata molto.
Piacerebbe anche a me un figlio,
certo non posso farlo con il primo
che capita».
Nel 2005 è
«Sì, sono da sola. Ho avuto un'
altra storia, nel frattempo, ma
ho evitato accuratamente che
finisse sui giornali. Preferisco
tenere privata la mia vita».
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