Picco e le note magiche dal Sol Levante ai Notturni in Villa

Cesare Picco è musicista totale, nel senso che ama la musica bella a prescindere dall'etichetta che la contraddistingue. E' pianista, improvvisatore e compositore di brani che in un negozio di musica non sapresti in quale settore trovare. Perché Picco non è né musicista jazz né classico, e neppure pop: ha assorbito, e ricreato originalmente, stili apparentemente lontani, accorciando le distanze. Domani (ore 21.30), Picco è protagonista del terzo appuntamento del ciclo Notturni in Villa, la manifestazione estiva a Villa Reale (via Palestro 16). Nulla di scritto sul programma, si tratta di un viaggio libero, è l'esplorazione di territori musicali dove gli steccati sono stati abbattuti. Nato a Vercelli nel 1969, forte di solidi studi, Picco scrive per sé, ma anche per complessi orchestrali. Ha una particolare predilezione e congenialità con il mondo del balletto. Su misura dell'etoile Luciano Svignano, ha composto La lupa (1998), Jules e Jim (2000) e Tango di Luna (2004). Quanto al pop, è lui l'arrangiatore del film Da zero a dici di Luciano Ligabue. Era un ragazzino quando ascoltò per la prima volta Bill Evans, innamorandosene: da allora ha coltivato pure il linguaggio afroamericano. In Italia è esploso di recente. Il primo ad accorgersi di questo talento è stato il Sol Levante: pare che un concerto al Blue Note di Tokyo sia stato provvidenziale per Picco, un trampolino anche per la sua carriera europea considerato che di lì a poco il successo veniva bissato al Blue Note di Milano.

Picco ha inciso album, ma a ritagliarsi uno spazio speciale è Bach to me, una rivisitazione in chiave moderna del Quinto Concerto Brandeburghese. Del resto, anche Bach, a suo modo, fu un genio assimilatore di stili diversi, e per questo intramontabile.

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