Nella giornata della Memoria il presidente Napolitano ha chiesto di stroncare il negazionismo, seppur marginale, sulla Shoah. C’è invece un fenomeno ben più massiccio, che non riguarda sparuti epigoni ma interi movimenti, aree culturali, uomini ai vertici delle istituzioni: è il «dimenticazionismo ». Ovvero quanti dimenticano il principale orrore del Novecento di cui non sono stati estimatori postumi ma militanti ed esponenti: il comunismo.
Dico orrore principale per dati oggettivi: è durato più a lungo, ha oppresso più popoli in più continenti, ha mietuto più vittime e in tempo di pace, è più vicino nel tempo ed è ancora vivo in altre forme (per esempio Cina o Cuba). Nessuna giornata ricorda i suoi orrori; e coloro che furono dalla parte di Stalin o di Mao, dei carri armati di Budapest, Praga e Danzica se ne dimenticano. Lo capirei se mettessero una pietra tombale sugli orrori del passato; invece, gli stessi ci ricordano ed esecrano altri orrori.
Per restare in tema mi chiedo: se a teatro avessero offeso e sporcato non il volto di Gesù Cristo morto in croce, ma di un povero ebreo morto in un lager, avrebbero difeso lo spettacolo in nome della libertà d’espressione o l’avrebbero fatto chiudere di corsa, denunciando tutti? Michele Serra trova assurdo che abbia dovuto vedere quella pièce con la scorta della
polizia per via dei manifestanti.Beato lui che solo ora ha avuto un’esperienza del genere. C’è chi da una vita si vede impedire da attivisti l’accesso a spettacoli, conferenze, perfino lezioni. Ah, i dimenticazionisti...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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