Le «piccole» made in Italy puntano sulla ripresa: «I ricavi aumenteranno»

Il 2010 del made in Italy si apre all’insegna dell’ottimismo: il 30% delle piccole e medie imprese scommette sulla ripresa di fatturato ed esportazioni, per uscire, sul serio, dal tunnel della recessione. Lo sottolinea una ricerca di Unioncamere, che ha tastato il polso degli imprenditori manifatturieri con un sondaggio sulle aspettative per l’anno nuovo, dal quale emerge che il 24% si aspetta anche un incremento degli ordini interni, e uno su quattro è ottimista sul fronte dell’aumento della produzione. «Le previsioni delle imprese manifatturiere forniscono un ottimo indicatore dello stato d’animo e delle prospettive della nostra economia per il prossimo anno - commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello -. È un’ottima premessa per il prossimo futuro. Ci conforta soprattutto l’atteggiamento positivo e propositivo delle nostre pmi, che in un momento così difficile per l’economia nazionale, quale quello vissuto nel 2009, hanno creduto nelle loro energie e potenzialità, continuando a investire». Ad essere ottimiste sono soprattutto le medie imprese industriali, rispetto alle piccole imprese con 20-49 dipendenti.
C’è, infatti, una percentuale maggiore - il 17,2% in più - di aziende che si attendono una crescita del fatturato, tra quelle che hanno tra 50 e 499 dipendenti: solo del 6,8% in più, invece, la differenza a favore della crescita per quelle di dimensione minore. Tutte, però, si dimostrano pronte a serrare le fila, investendo in innovazione e affrontando i mercati esteri, per mantenere o espandere le proprie quote di mercato. Se devono guardare al futuro, infatti, le nostre pmi puntano essenzialmente sull’export, nella miglior tradizione del made in Italy. È infatti pari a 14,1 punti percentuali il saldo tra attese di incremento e di decremento delle esportazioni, con un Nord-Est che sembra riprendere quota (il saldo positivo è pari a 15,7 punti percentuali) dopo la forte flessione delle vendite all’estero nel 2009.
Ma sono le Pmi esportatrici del Meridione le più agguerrite: anche se di numero relativamente più contenuto rispetto al Centro-Nord, presentano il saldo più elevato tra previsioni di crescita e diminuzione dell’export nel 2010 (+16,3 punti). Sul fronte dell’innovazione, infine, il 32% delle imprese ha dichiarato di aver investito nel 2009 e di avere intenzione di continuare a investire anche per il nuovo anno. Se il 2010 porterà l’atteso miglioramento dell’andamento dell’economia nazionale, dunque, si dovrà anche alla iniezione di innovazione e di intraprendenza delle piccole imprese, che hanno cercato già nel 2009 di ampliare la propria clientela abituale operando su due fronti: quello dei mercati di sbocco e quello del miglioramento qualitativo della produzione.


Nelle aspettative delle imprese, infine, il 2010 porterà soprattutto un incremento del fatturato, più che della produzione. Ammonta infatti a 13,5 punti il saldo positivo tra attese di crescita e di diminuzione di questo indicatore, mentre l’analoga differenza riguardo alla produzione è pari a 9 punti percentuali.

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