Piccoli geni a lezione di economia la Bocconi scova i talenti di domani

Dopo le selezioni si sono ritrovati in 181. Per una settimana hanno svolto test ed esercitazioni. «Il bravo studente? Deve essere motivato»

«Per una volta nessuno può darci dei secchioni!». Sorride Martina, studentessa quarta scientifico, nell’atrio della Bocconi. È una dei 181 ragazzi, tutti al penultimo anno di superiori, arrivati da Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna per la «settimana dei talenti»: cinque giorni di lezioni e test per capire quanti, tra loro, hanno una particolare predisposizione per l’economia.
Tutti hanno una media dall’8 in su. Tra i piccoli geni, le donne sono il triplo dei maschi. «Lo scopo principale non è cercare future matricole per la Bocconi - precisa subito Stefania Bianchi, responsabile del servizio orientamento dell’università-. Vogliamo stimolare ragazzi che hanno dimostrato di essere bravi, farli lavorare in gruppo e competere, ma non solo con loro stessi». L’iniziativa, organizzata insieme all’Ufficio scolastico regionale, è alla terza edizione. Stando ai numeri degli scorsi anni, il 40 per cento dei partecipanti dopo il diploma di iscriverà all’ateneo di via Sarfatti. I talenti più portati per l’economia (a dirlo sarà un test finale) potranno farlo direttamente, senza test di ingresso. «Ma c’è stato anche chi ci ha detto: “Grazie, ho capito che l’economia non fa per me”», aggiunge la Bianchi.
Martina, capelli biondi raccolti, ha già le idee chiare. «Mi iscriverò a Biotecnologie. Dopo la laurea, però, potrei approfondire gli studi in campo economico». Vicino a lei c’è Emanuele, sguardo serio, che invece non vede l’ora di studiare alla Bocconi: «Che cosa mi ha colpito? Veder premiato chi va molto bene a scuola, le eccellenze insomma. Dell’università mi spaventano i tanti iscritti, motivo in più per studiare qui», aggiunge. «Sarebbe un sogno riuscirci - sospira Monica, genovese, studentessa del liceo internazionale -. Chi arriva da un’altra città deve mettere in conto, oltre alle tasse, anche le spese per alloggio».
I talenti sono stati divisi in tre classi e una di queste segue le lezioni in inglese. Ne fanno parte i ragazzi stranieri, 18. Ian Gong, occhi a mandorla, conversa con i tre amici. «È la prima università che vedo - racconta lo studente americano-. Che cosa racconterò agli amici? Che è una grande opportunità, specie per chi è interessato all’economia».
Per i ragazzi bravi in tutte la materie - spiegano gli organizzatori - la scelta della facoltà può diventare difficile. «E chi abita nel nord Italia ha di fronte un’offerta vastissima di corsi e atenei», riprende Stefania Bianchi. «Li facciamo lavorare molto in gruppo proprio per stimolarli: devono capire che più partecipano, più imparano». L’università è alla ricerca di studenti motivati. «Le lacune si colmano con lo studio. La cosa fondamentale è essere motivati. I ragazzi hanno dovuto spiegare in una lettera perché volevano partecipare a questo progetto. E l’hanno fatto con più maturità che in passato».
La settimana si chiude oggi. Gli studenti hanno dormito in collegi e studentati.

Per loro sono stati organizzati concerti, proiezioni di film, uscite per l’aperitivo. Un concentrato di vita universitaria a Milano. «Beautiful city!», esclama Ian mentre va a ritirare la borsetta bianca con il pranzo. La pausa pranzo dura un’ora. I talenti, si sa, non possono perdere tempo.

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