Enrico Lagattolla
Gli insulti, le percosse, le minacce. Negano tutto. Le due insegnanti dellasilo nido di via Cisalpino, accusate di maltrattamenti aggravati nei confronti di dodici dei trenta bambini che avevano in affidamento, si dicono estranee alle accuse mosse dal pubblico ministero Marco Ghezzi, che ieri ha assistito allinterrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Giovanna Verga.
Negano tutto, nonostante le pesanti contestazioni contenute nellordinanza di divieto di dimora nellasilo emessa il 9 gennaio scorso dal gip. Leducatrice, di 28 anni, e la coordinatrice, di 23, che lavoravano nella struttura comunale per la cooperativa «Nuova assistenza», avrebbero infatti «maltrattato bambini di età compresa tra i 15 mesi e i tre anni \ rivolgendo agli stessi espressioni ingiuriose quali sei un cretino, uno scemo uno stupido, e minacciose quali stai attento che finisci male», e ancora «percutotendoli con schiaffi sulla testa e sui glutei, con calci tra i glutei e la coscia, rinchiudendoli per punizione in bagno o in uno sgabuzzino piccolissimo, privo di finestre, talvolta al buio, raccogliendo da terra il cibo sputato dai bambini e costringendoli a ingollarlo nuovamente», causando «crisi di pianto, di paura e determinando penosissime condizioni di vita».
Una ricostruzione dettagliata, unindagine nata dalla testimonianza della bidella del micronido. La donna, di recente, si era presentata al commissariato di polizia di via Fatebenefratelli per denunciare le due educatrici, mostrando un breve filmato girato il 28 novembre scorso con il telefono cellulare, e che secondo il gip testimonia di «comportamenti sicuramente vessatori, di disprezzo e rabbia nei confronti di soggetti che per la tenera età sono completamente dipendenti da loro». Immagini che il legale delle due indagate, lavvocato Silvio Bonazza, dice di non aver ancora visto. «Abbiamo chiesto di poterle visionare», dichiara a conclusione dellinterrogatorio. E, comunque, si tratterebbe di «immagini male interpretate». Bonazza, inoltre, è convinto che la denuncia della bidella sia frutto di una «vendetta» consumata contro le insegnanti, con le quali ci sarebbe stata «dellacredine nata da motivi futili». Infine, spiega che farà richiesta di una consulenza sulle condizioni dei bambini. «Se hanno subito quei maltrattamenti - è la tesi - dovrebbero avere dei segni sul corpo».
Ma ad aggravare la posizione delle due indagate, oltre alle deposizioni dei genitori dei bambini che in questi giorni si stanno presentando in questura, cè anche la testimonianza della terza educatrice dellasilo. Per mesi - ha spiegato al magistrato - ha cercato di contrastare la «deriva» delle colleghe. Inutilmente.
Il quadro accusatorio sembra essere completo. Tanto che Ghezzi potrebbe chiedere già entro la fine di questa settimana il giudizio immediato per le due insegnanti.
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