Piccoli «Riccardo III» crescono e sparano

Insolito allestimento del dramma shakespeariano ispirato alla tragedia di una scuola del Colorado dove nel ’99 due studenti hanno ucciso 13 coetanei

Laura Novelli

Scenografia essenziale, abiti moderni, recitazione asciutta, musica incisiva, coreografie semplici eppure straordinariamente espressive: gli spettacoli del catalano Álex Rigola parlano il linguaggio della contemporaneità ma sanno restituire ai classici la loro prorompente carica di attualità.
Per questo motivo restano impressi nella memoria come fossero esperienze di vita vissuta.
È successo l’anno scorso con la lucida rilettura del «Giulio Cesare» shakespeariano presentata al teatro India. E succede adesso con un’altra tragedia del grande autore inglese, «Riccardo III», che Rigola - trentaseienne direttore del Teatre Lliure di Barcellona - propone questa sera e domani alla platea del teatro Argentina nell’ambito del Festival dell’Unione dei Teatri d’Europa.
Un allestimento, il suo, che segna una significativa continuità con il lavoro precedente (e con il «Tito Andronico» del 2001) e che intende scandagliare a fondo certe inquietanti contraddizioni dell’oggi a partire da un testo classico; a partire, cioè, da tensioni e temi universali.
Non è un caso, infatti, che il cupo dramma di potere, morte e ambizione descritto dal Bardo diventi qui vettore di riflessioni seriamente intenzionate a (s)mobilitare le nostre coscienze di uomini e donne del terzo millennio, a porre domande sul rapporto tra istruzione e società, a chiederci di osservare le nuove generazioni per cercare di capire come le stiamo educando, dove stiano andando, quali modelli ne ispirino la crescita e la formazione.
«Come può maturare un ragazzo - spiega il regista - se ogni giorno i giornali, la radio e la televisione gli rimandano l’immagine di una società i cui rappresentanti uccidono, commettono estorsioni, ci mandano in guerra e raccontano menzogne per ottenere o conservare il loro potere? Quel ragazzo non finirà col credere che tutto ciò sia normale?»
La sanguinosa vicenda di re Riccardo III, usurpatore, omicida, infanticida, macchinatore di terribili trame ai danni dei suoi stessi familiari, si presta dunque a un’interpretazione del tutto originale che, traendo spunto dalla cronaca (in particolare dalla tragedia consumatasi nel ’99 in una scuola del Colorado dove due studenti spararono sui loro compagni uccidendone tredici), va ben al di là della solita rievocazione storica, della solita allegoria del potere, del solito approccio psicanalitico per dipingere un quadro odierno dalle tinte inevitabilmente scure.


«Come dobbiamo educare i nostri figli? - si chiede ancora Rigola - Che cosa vogliamo dalla nostra società? Stiamo forse allevando altri Riccardo?»
Domande etiche e collettive che avvicinano giocoforza Shakespeare a Brecht: il regista spagnolo ha inoltre firmato di recente un’apprezzata messinscena di «Santa Giovanna dei Macelli» attesa, sempre sul palcoscenico del teatro Argentina, per febbraio.
Lo spettacolo ha inizio alle 20.30 Info: 800.013390.

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