Cronaca locale

La Piccolo fa «Processo a Dio»

Sulla scena un’attrice ebraica sopravvissuta all’Olocausto

Prima con Buenos Aires non finisce mai. Poi con Terra di latte e miele. Ora, ancora, con coraggio, entusiasmo e convinzione, Ottavia Piccolo sceglie un altro testo di denuncia portando al teatro Carcano Processo a Dio, di Stefano Massimi diretta da Sergio Fantoni. Il tema della Shoa e della liberazione dei campi di sterminio nazisti, il dolore dell’Olocausto diventano nel testo del giovane autore motivo di denuncia di una tragedia umana, ovvero dell’impossibilità di liberarsi dalla violenza.
La protagonista è Elga Firsch, un’attrice di origini ebraiche deportata al campo di Maidanek, che, straordinariamente sopravvissuta alla catastrofe, decide di portare Dio alla sbarra per la sofferenza del suo popolo. E così, in una baracca di legno, prima dellalba, cinque personaggi tengono il loro drammatico processo davanti a un ufficiale nazista prigioniero. «Un testo necessario - continua l’attrice che ormai da anni si dedica a un teatro politico volto alla denuncia delle barbarie più recenti -. Leggendo il testo di Massimo sono rimasta molto impressionata. Il pubblico vuole anche questo, ero stufa di fare un teatro che mi riguardava da vicino». Già, perché nonostante la finzione letteraria «non è tratto da nulla, è totalmente di fantasia - sottolinea la Piccolo -, come in Terra di latte e miele, anche in Processo a Dio non è importante darsi delle risposte ma porsi delle domande». «La parola chiave del testo - spiega l’autore - è il non-senso: quella nebbia fitta che avvolge il presente, quella insignificante banalità che muove la storia con il tragico sconcerto di chi ne è vittima. Se l’uomo è un burattino, chi lo muove? E quale logica segue il teatrino del mondo? Sono queste le domande che, come un magma, muovono il testo dal suo interno. Elga Firsch accusa Dio con la voce, in fondo, dell’umanità intera: l’umanità di ogni epoca e bandiera. E vale forse, come esempio, la battuta del rabbino Nachman: «Il processo a Dio non lo facciamo noi: non si è mai chiuso.

Da cinquemila anni».
Processo a Dio
teatro Carcano
da mercoledì al 22 aprile

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