Pichetto: "Pronti 200 milioni per riconvertire le raffinerie"

Il ministro: "La transizione non può essere guidata da vincoli ideologici o da interessi aziendali mascherati"

Pichetto: "Pronti 200 milioni per riconvertire le raffinerie"
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«Per Eni è importante trasformare le sfide in strade da percorrere». Con queste parole Marco Petracchini, presidente di Enilive, ha aperto la tappa romana del Tour d'Europe, l'iniziativa promossa dalla società del gruppo Eni per sensibilizzare istituzioni e cittadini sul contributo dei biocarburanti alla decarbonizzazione. «Nel 2014 ha ricordato abbiamo avviato la riconversione della raffineria di Venezia per produrre biocarburanti innovativi: da lì è iniziato il nostro impegno verso la transizione energetica».

Un impegno che il governo intende sostenere concretamente. Il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato un imminente decreto da 200 milioni di euro per favorire la riconversione delle raffinerie in bioraffinerie. «La transizione non può essere guidata da vincoli ideologici o interessi aziendali mascherati ha dichiarato ma dalla tecnologia e dall'innovazione. L'Europa dovrà prenderne atto: i biocarburanti sono una risposta concreta e già disponibile».

Pichetto ha criticato la linea finora adottata da Bruxelles, definendo ideologica la scelta di puntare solo sull'elettrico. «Il divieto dei motori endotermici dal 2035 si sta dimostrando una scelta miope. Dobbiamo cambiare approccio: è un interesse nazionale», ha sottolineato. Il decreto in preparazione punta a sostenere la riconversione industriale e a rafforzare l'occupazione, posizionando l'Italia come leader europeo nei biocarburanti avanzati.

Un messaggio condiviso anche da Elena Donazzan, vicepresidente della Commissione Industria al Parlamento Ue. «L'Europa deve fare i conti con le conseguenze di scelte sbagliate. Serve una strategia chiara che valorizzi tutte le tecnologie utili alla decarbonizzazione, a partire dai carburanti rinnovabili». Donazzan ha criticato la mancanza di autocritica da parte della Commissione e l'esclusione dell'industria dei carburanti alternativi dal Clean Industrial Deal. «Il mercato, non i regolamenti, deve indicare la direzione. L'Italia ha già dimostrato che diversificare è possibile», ha detto.

Sullo stesso tono l'intervento di Alberto Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera. «Il dogma del solo elettrico ha stancato. I cittadini non comprano auto elettriche, ma nemmeno quelle a combustione: il parco auto europeo invecchia e l'automotive rischia di collassare. Se l'Ue non crede più in questo settore, allora ci stiamo consegnando alla Cina», ha sottolineato.

Centrale, per tutti, il ruolo dei biocarburanti. Stefano Ballista, ad di Enilive, ne ha sottolineato i vantaggi strategici. «Possono essere usati subito, con i mezzi e le infrastrutture già esistenti. Non sono una soluzione di passaggio, ma un'opzione strutturale per i settori più difficili da decarbonizzare», ha detto aggiungendo che «serve però un quadro chiaro che ne riconosca il valore ambientale, economico e sociale». .

Ed è proprio per questo che Enilive ha già 1,6 milioni di tonnellate di capacità di produzione con due realtà in Italia, Gela e Venezia. «Abbiamo in corso la realizzazione di ulteriori tre bioraffinerie, di cui una a Livorno, in Italia, e le altre due in Malesia e in Corea, e abbiamo l'obiettivo di superare 5 milioni di tonnellate al 2030», ha concluso.

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