In Piemonte editoria allo specchio

da Cuneo

A chi passi in rassegna i numeri dell’editoria e dell’informazione in Piemonte - una regione di 4,3 milioni di abitanti ma con pochi quotidiani locali - non può comunque sfuggire quanto si presenti variegata. Sia nel mondo della carta stampata (un centinaio di testate a varia cadenza, da settimanale a bisettimanale e in alcuni casi trisettimanale, con particolare ricchezza di quelle diocesane, oltre ai quotidiani torinesi e regionali, e le edizioni locali di alcuni quotidiani nazionali). Sia in quella dell’emittenza radio-televisiva, Rai compresa. Senza scordarsi infine delle agenzie, dall’Ansa e l’Agi in giù, e del nascente fenomeno dei giornali online. Un mondo che si interroga sul proprio futuro nel convegno «Editoria e comunicazione in Piemonte», che la Polo Grafico SpA, editrice del dorso regionale (Il Giornale del Piemonte) di questa testata nazionale, rappresentata al dibattito dall’editorialista Mario Cervi, ha organizzatato ieri a Chiusa di Pesio, con la sponsorizzazione di Ubi, Banca Regionale Europea e Confindustria. Vi hanno partecipato rappresentanti degli editori, direttori, giornalisti, esperti, docenti universitari e amministratori pubblici. Il dibattito si è sviluppato su tre filoni: quello vero e proprio dell’editoria e dell’informazione piemontese, quello della formazione professionale di chi informa e, infine, quello della comunicazione istituzionale con il pluralismo che essa richiede. In Piemonte si discute proprio in questo periodo di una nuova legge regionale sull’editoria locale (ne ha parlato al convegno Roberto Moisio, capo gabinetto della Giunta Bresso) che prevede provvidenze e interventi a favore del settore.

E c’è il disegno, sempre da parte della Regione, di creare una sorta di rete fra le tivù locali per diffondere un tigì su tutto il Piemonte che faccia concorrenza alla Rai, accusata di trascurare la Regione in termini di mezzi e investimenti. Così come c’è anche una proposta al ministro dell’Informazione da parte dei Corecom regionali di sottoporre al proprio controllo oltre all’emittenza radiotelevisiva anche la stampa locale.

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