In Piemonte la piogga fa di nuovo paura

da Torino

È ancora allarme in Piemonte. Il maltempo sembra non voler dare tregua alle zone già colpite dalle frane e dall’alluvione nei giorni scorsi.
A Valloriate, piccolo Comune della valle Stura, in provincia di Cuneo, è in corso un’evacuazione a causa di una frana che incombe sull’abitato. Ieri si sono staccate alcune parti, che hanno spinto a un rapido sgombero. Almeno un terzo dei 150 abitanti viene trasferito, ma l’ordinanza potrebbe presto coinvolgere anche altri residenti della zona: l’area interessata dalla vasta frana è quella nel centro del paese, dove sorgono anche il municipio e la chiesa.
Anche nel resto del Piemonte la situazione è tesa. Strade interrotte, ponti pericolanti, fiumi da dragare e da mettere in sicurezza. Si contano i danni provocati dal maltempo degli ultimi giorni e, mentre la procura di Pinerolo ha aperto un’inchiesta sulla frana che a Villar Pellice ha ucciso madre, figlioletta e il vecchio nonno, si torna a scrutare il cielo. Nelle prossime ore è infatti prevista ancora pioggia e la Protezione civile invita a tenere alta la guardia. La ricognizione fatta nelle ultime 48 ore dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, e da quello della Provincia di Torino, Antonio Saitta, ha messo in luce un quadro a tinte fosche. «L’entità dei danni complessivi - sottolinea la presidente Bresso - è piuttosto rilevante, dalla pulizia degli alvei fluviali alla ricostruzione di strade e piccoli ponti». Il quadro completo dei costi da sostenere sarà pronto soltanto nei prossimi giorni, quando i tecnici avranno completato i rilievi. Ma è certo che non saranno, assicura ancora la Bresso, «cifre irrilevanti».
È probabile che i 5 milioni di euro già stanziati dal governo per fronteggiare l’emergenza non siano quindi sufficienti e per questo motivo il presidente Saitta ha convocato una riunione, in programma martedì, con tutti i parlamentari piemontesi. «Stiamo raccogliendo - aggiunge la Bresso - tutte le indicazioni per avviare rapidamente gli interventi necessari».

Che nelle intenzioni degli amministratori locali dovranno essere come quelli realizzati dopo l’alluvione di otto anni fa. «Pur nella situazione di ovvia preoccupazione - fa notare la presidente della giunta subalpina - tutti hanno sottolineato la tenuta perfetta delle opere edificate dopo quell’alluvione».

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