da Milano
Il prezzo della benzina non è mai stato così caro? Non è vero sostiene un economista francese, secondo il quale il costo dei carburanti non va calcolato in euro, ma in ore lavorate. Se si adotta questo sistema, oggi fare il pieno costa molto meno che nel 70, anche se il prezzo sembra essere moltiplicato per 6,5 volte. Così con unora di lavoro nel 74 si acquistavano in Francia tre litri di benzina, oggi se ne acquistano 4,5. Un vantaggio comunque ridotto rispetto al 95, quando se ne potevano comprare addirittura 5,2. E questo vale per tutta lenergia consumata in Occidente: secondo questo studio oggi si deve lavorare dieci volte di meno per ottenere un kilowattora rispetto a quarantanni fa.
Secondo Carlo Andrea Bollino, economista che da anni segue i problemi dellenergia, le cose anche in Italia sono ben più complesse di quanto appare a prima vista. E alla fine si scopre che la benzina in termini reali è aumentata molto meno di quanto appaia, ma soprattutto il prezzo dei carburanti è schizzato perché sono raddoppiate le tasse che oggi sono la parte preponderante di quanto paghiamo quando facciamo il pieno: «Guardiamo le cifre: allinizio del 2005 il petrolio era a 44 dollari al barile, poi nel 2006 a 60 e ora oscilla intorno ai 130. In euro, per gli andamenti del cambio, è andata diversamente: nel 2005 era a 33 euro, nel 2006 a 50, nel 2007 a 43 e ora a 80 euro. Effettivamente cè da preoccuparsi solo del balzo 2007-2008. Sul lungo periodo, i prezzi in termini reali dall81 a oggi passano da 50 a 97 dollari al barile, quasi un raddoppio. Ma in euro si va da 50 a 80, che è poco più di una volta e mezzo». E questo mentre linflazione è salita a ritmi ben superiori.
La cosa curiosa salta fuori con il prezzo della benzina. Al di là delle apparenze il rapporto tra il costo del petrolio e quello della benzina alla produzione è sceso negli ultimi tre anni: «Se facciamo un rapporto tra il valore della benzina alla produzione e quello del petrolio, vediamo che nel 2005 siamo su 1,17, mentre a inizio 2008 il rapporto scende a 1,09 - fa notare Bollino - questo vuol dire che i profitti delle imprese petrolifere sono scesi in tre anni, perché le compagnie non riescono a trasferire subito sui prezzi alla pompa il costo del petrolio. Attenzione, parlo di costo di produzione che nel 2008 era di 0,45 euro, mentre alla pompa costava 1,21».
Il problema vero allora è un altro: «Le accise sulla benzina sono raddoppiate in venti anni. Cè una questione ambientale che favorisce la compressione dei consumi, ma cè soprattutto la fame di soldi dello Stato che trova più facile tassare una domanda non comprimibile, come quella dei trasporti - sottolinea Bollino - e non va neppure dimenticato che il raddoppio delle tasse sulla benzina è dovuto allarmonizzazione delle accise in sede europea nel 91.
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