Cultura e Spettacoli

Pieraccioni sorride e riflette sugli amori over quaranta

Cinzia Romani

da Roma

I love you. Ich liebe dich. Je t’aime. Te quiero. Paolina, sedici anni di pepe e d’amore per il quarantenne Gilberto, suo professore di ginnastica, non sa più in che salsa farglielo capire e così scrive le paroline compromettenti su foglietti, sparsi un po’ qui, un po’ lì. Lui, un Leonardo Pieraccioni con la solita aria sornioncella, si lascia dire Ti amo in tutte le lingue del mondo dalla pischella del Liceo Pacini (Giulia Elettra Gorietti) e ci ricama sopra l’omonima commedia. Ovvero il suo settimo film da regista, che qui torna a scrivere soggetto e sceneggiatura con il collaudato Giovanni Veronesi. E nulla importa al toscanaccio Leo, ambito scapolo quarantenne, scanzonato e ricco, ma troppo furbo per farsi incastrare da qualsivoglia sirena, che il suo film di Natale (uscirà il 16 dicembre) avrà di fronte King Kong, kolossal Usa d’inevitabile richiamo. «Voglio esser generoso di risate e siccome vivo il film da spettatore, oltre che da regista, punterò al divertimento», precisa il comico, sottolineando quanto ormai sia costoso, per una famiglia media italiana, andarsi a godere cinema e pop corn. «Dalla commedia bisogna aspettarsi che non sia volgare, ma che ti lasci qualcosina su cui ridere e soprattutto che abbia una sceneggiatura di ferro, vera base del divertimento».
Un’occhiata al cast di questo prodotto, giunto alla seconda settimana di lavorazione, tra Cinecittà, il Vittoriale e Gardaland, ed è chiaro che le premesse di svago ci sono. Giorgio Panariello, uscito dalle secche del sabato sera, farà la parte di Cateno, il fratello balbuziente di Gilberto (Pieraccioni), sempre pronto a farsi una spaghettata di fatti altrui, più piccanti se fraterni. D’altronde, il professor Gilberto, appena separato da una moglie che ha pensato bene d’issargli un palco di corna sulla fronte, ha già un suo seguito di aspiranti nuove consorti. Oltre alla ragazzina, che lo minaccia di morte se la tradirà, c’è l’ultratrentenne Margherita (la basca Marjo Berasategui, ex-modella, già vista nella serie tv Un posto al sole), di professione psicologa degli animali, impiegata allo zoo di Pistoia. «Avevo bisogno, per girare, d’una piccola città interessante, dove ambientare tutti questi innamoramenti sbagliati: a partire dalla sedicenne, che s’innamora di me, perché le manca la figura paterna», spiega Pieraccioni, che produce il film con la sua Levante Srl, in collaborazione con Medusa Film SpA (costo previsto, per nove settimane di lavorazione: 5 milioni di euro). Niente di lolitesco, per carità («ma la Gorietti non è quel marcantonio della Marini, che a sedici anni, invece...»), né di morboso circolerà nell’aria frizzantina di quest’amena vicenda. Anche perché il severo Fratel Massimo (lo stralunato Massimo Ceccherini) metterà a tutti la mordacchia. «Non conosco attore più drammatico di lui, che qui sarà senza trucco, con le sue tipiche occhiaie: il dramma è nella sua persona», rivela Leonardo, confessandosi, anche lui, affetto dalla tipica malinconia del comico. «Dopo aver letto i miei libri, un giorno mia madre m’ha preso da parte, chiedendomi ch’io fossi, veramente: se il Leo che ride e scherza, o quel tragicone emerso dai vari volumi che ho scritto». La pensa così, pare, anche il cantautore Francesco Guccini (qui coinvolto nel ruolo d’un preside assai rigido), che ha trovato i volumi pieraccioneschi tristissimi e pieni di personaggi perdenti.
La scena iniziale di Ti amo in tutte le lingue del mondo mostra una festa a sorpresa, per i quarant’anni di Gilberto, rovinata dalla segreteria telefonica di casa, che improvvisamente scatta e fa sentire, a tutti i presenti, la voce dell’amante di Deborah (Barbara Tabita), moglie infedele del festeggiato. Denso di contrasti, come nella sequenza girata sull’otto volante di Gardaland, con l’adolescente Paolina che urla di gioia e Gilberto che, invece, dà di stomaco, Ti amo in tutte le lingue del mondo include quasi tutti gli amici di Pieraccioni. In un coro di frati, per esempio, troviamo Carlo Conti, Giovanni Veronesi e il cantante Francesco Tricarico, qui autore del leitmotiv.

Nei panni d’un professore di matematica, innamorato della moglie fedifraga di Gilberto, c’è Rocco Papaleo.

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