Del Piero stecca alla prova generale azzurra

A Lippi resta il dubbio se schierare o no il romanista contro il Ghana. Segnali positivi da Pirlo. L’attaccante più in forma è sembrato Iaquinta

nostro inviato a Duisburg
Prima il piacere poi il dovere. Il piacere è una cerimonia, intima, per ricucire i rapporti col tifo tricolore. L’antipasto dell’amichevole è servito su un piatto d’argento con il messaggio di saluto della federcalcio cui segue la dichiarazione di Fabio Cannavaro. Il capitano afferra il microfono e dichiara in modo solenne: «Noi teniamo molto alla vostra passione e al vostro tifo». Gli esce, spontaneo, anche un vigoroso «forza Italia» per chiudere. Piacerebbe molto al cavaliere Silvio Berlusconi. Applausi della folla italo-tedesca e fine delle incomprensioni. Fin qui il piacere. Poi comincia il dovere di un test che ha un paio di dichiarati obiettivi da centrare. Stabilire, innanzitutto, le condizioni di Totti e di Del Piero i quali guidano in modo simbolico i rispettivi schieramenti utilizzati nelle due frazioni da 40 minuti. Lo juventino non convince ancora nel ruolo di tre-quartista: invece di compiere progressi, ha il passo del gambero, nella migliore delle ipotesi salta un solo birillo e quando Inzaghi, in forza dell’antico sodalizio, gli scodella una palla al bacio, Alex manca la porta in modo imbarazzante. Nell’Italia del primo tempo, il giudizio lusinghiero è assegnato d’ufficio ad Andrea Pirlo e non solo perché su punizione (con deviazione, decisiva, della barriera) firma il primo sigillo. Nel resto dell’esibizione esercita il suo ruolo con convinzione ed autorevolezza: in mancanza di altri estri, il suo basta appena per mettere in moto il gioco che si esprime sui binari laterali, in particolare a sinistra, con Grosso.
Qui Gilardino, al culmine di uno scambio con Del Piero, timbra il cartellino confermando la sua posizione nella classifica degli attaccanti azzurri. Inzaghi è vivo ma non ha l’occasione per sperimentare la propria elettricità. L’Italia di Totti, nella ripresa (turnover completo, in campo per tutta la durata solo Barzagli e Barone), non migliora la fattura del gioco. Ma è il romanista a compiere qualche lieve passo avanti, tra i paletti degli acerbi ragazzi del Duisburg (particolare da non dimenticare mai). I mastini del Ghana sono un’altra cosa e sono pronti a spolparlo a dovere. Il risultato diventa rotondo (5 a 1 il finale) grazie a un paio di gol mica male di Vincenzo Iaquinta che risulta, tra gli attaccanti a disposizione di Lippi, il più in forma e forse anche il più ispirato. A rigore di bazzica, la coppia più in forma da spedire in campo dovrebbe essere Gilardino-Iaquinta. Anche perché Toni continua ad attorcigliarsi sui palloni alla ricerca di una scioltezza e di una sicurezza che sembrano appartenere a un’altra stagione. Tra le segnalazioni positive da inserire anche quelle legate a Perrotta, che ha più di una chance di giocare contro gli africani se dovesse passare, nella testa di Lippi, l’idea che con una squadra dimezzata nel potenziale fisico e atletico è meglio, molto meglio presentarsi con le cinture allacciate del 4-4-2. Ma ci sono resistenze evidenti del Ct al cambio dello schema tattico. Anche ieri, infatti, le formazioni presentate nei due tempi hanno ricalcato l’ultima scelta, cioè il famoso rombo.
Le altre scelte in bilico non sono fondamentali. Zaccardo, sulla destra, si guadagna gloria con un gol di sinistro (annullato dall’arbitro un altro, una doppietta di Zaccardo è un lusso che neanche l’amichevole si può permettere, via), vale più o meno Oddo (calcio perfetto, cross millimetrico per uno dei due gol di Iaquinta). Piuttosto non c’è un’alternativa convincente a Grosso. De Rossi, se gioca da scudo protettivo di Totti e della difesa, risulta particolarmente utile alla causa.

Per tirare le conclusioni si ritorna all’amletico dubbio che divora Lippi dal primo giorno dell’avventura mondiale. Totti o non Totti contro il Ghana? Se è giusto lasciare la parola ai fatti e cioè alle esibizioni, Francesco è lontano da una sufficiente forma.

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