Del Piero tira la volata a Ferrara «Un grande, spero anche in panca»

nostro inviato a Siena

Quando la parabola pennellata da Alex si infila nell’angolino alto alla sinistra di Curci, Ciro Ferrara fatica a trattenere l’entusiasmo. E quell’ok a distanza tra i due segna l’inizio della nuova era juventina. Che comincia dall’antico, ovvero da un Del Piero titolare dopo due partite di “purgatorio” in panchina e dal colpo di biliardo, un classico del repertorio del capitano bianconero. Ranieri è già un lontano ricordo, la “prima” di Ferrara è bagnata dalla decisione (dai mille significati) di affidarsi subito ad Alex, alle prese con qualche acciacco settimanale, ma che ha risposto presente nella rifinitura, con una punizione simile a quella del Franchi. E già decisiva nel match di andata a gennaio con i toscani.
«Alex però l’ho anche rimproverato – confesserà il nuovo tecnico bianconero – doveva essere più cattivo sotto porta... Anche se si è sacrificato molto per la squadra, ha avuto una reazione da capitano». Tradotto: due gol, un assist per Marchisio e un bottino stagionale di 20 reti tra campionato e Coppe. «Ha mostrato orgoglio e voglia di rivalsa, ma con un cambio di allenatore c’è sempre una reazione al di là del fatto che in panchina ci fosse un vecchio compagno di squadra – sottolinea Ferrara -. E io puntavo su questo: la reazione dei giocatori simbolo della squadra, che non credo sia dovuta a qualche problema precedente. In settimana avevo lavorato sulle motivazioni e sull’autostima e la risposta dei ragazzi è stata encomiabile».
Verrebbe però da dire: vecchia squadra, sangue nuovo. La cura Ferrara rigenera la Juventus, che festeggia i tre punti dopo 64 giorni di astinenza (ultima volta, il 4-1 alla Roma il 21 marzo scorso). E nel pomeriggio torrido di Siena – dove per altro l’avversario senza stimoli si “squaglia” dopo 20’ - arriva la certezza dell’accesso diretto alla Champions (oltre al secondo posto in condominio con il Milan che potrà mantenere anche nel caso di arrivare a pari punti con rossoneri e Fiorentina). La luce in fondo al tunnel, la scossa che serviva per rialzare la testa nel momento topico della stagione. «Vincere a Siena era fondamentale – dice Del Piero, travolto dall’entusiasmo dei compagni dopo la rete che sblocca il match -, il nostro compito è di finire con il massimo dei punti. A Ferrara che è stato un grandissimo giocatore, auguro di essere grande anche in panchina. Il cambio di allenatore? Oggi eravamo più concentrati e sicuri, ma è sbagliato dire che è colpa di una sola persona, si vince e si perde tutti insieme».
In tribuna a Siena la dirigenza juventina al completo, da Cobolli a Blanc, per la prima dell’allenatore napoletano. Gli si chiedeva di compiere il miracolo in due giornate e lui ha fatto il primo passo, importante. «Ero emozionato, a 42 anni sedere su una panchina di una delle squadre più forti del mondo non capita a tutti. Ho avuto questa possibilità e l’ho colto al volo. Il futuro? Non ho alcuna certezza di continuare. Diciamo che ho messo qualche dubbio in più alla società...».

Un futuro che passa dal risultato di domenica prossima con la Lazio: un successo garantirebbe addirittura il secondo posto, insperabile dopo la crisi di risultati e le sette partite senza vittorie. Un obiettivo che Ferrara – lui lo lascia solo intendere – avrebbe chiesto ai suoi giocatori. Per vincere la volata con l’amico Conte. Che intanto gli ha mandato un sms di congratulazioni...

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