«Pietre e bombe: il finimondo sono svenuto per i fumogeni»

L’agente Renda ha temuto il peggio. È in ospedale: «Ma a me è andata bene»

«Pietre e bombe: il finimondo sono svenuto per i fumogeni»

Salvatore Renda, 24 anni, è agente del 10° reparto mobile della questura di Catania. È il poliziotto rimasto ferito con una certa gravità nel corso degli incidenti avvenuti all'esterno della stadio Massimino, durante e dopo il derby Catania-Palermo. Fortunatamente l'agente, dopo i primi convulsi momenti che avevano fatto temere il peggio per la sua vita, è fuori pericolo. Renda resta ricoverato nel reparto di osservazione dell'ospedale Garibaldi e potrebbe essere dimesso nel giro di due o tre giorni. Per lui resta il ricordo di un'esperienza terribile.
Renda, nel suo letto d'ospedale, parla un po' a fatica, è stanco, ha solo voglia di riposare, ma mostra uno stato di salute perfettamente vigile. «Credo che si sia trattato di un vero e proprio attacco proditorio, organizzato nei minimi particolari contro le forze dell'ordine. Non possono spiegarsi diversamente fatti così violenti». A Catania è ormai noto l'avversario che serpeggia negli ambienti delle frange più estreme del «tifo». Un dato di fatto che forse qualcuno ha sottovalutato. «Sappiamo tutti - sottolinea l'agente - i problemi che ci sono stati in passato tra la Polizia e questi teppisti. Le forze dell'ordine al Massimino non vengono viste di buon occhio dagli ultrà, ma sinora mai si era arrivato a tanto». Il poliziotto prova a ricordare quei tragici momenti: «Mi trovavo all'esterno del Massimino, in via Giuseppe Fava e con i colleghi cercavamo di respingere l'azione di questi delinquenti che sbucavano da tutte le parti. Quando abbiamo effettuato in piazza Spedini alcune cariche, il grosso dei teppisti è indietreggiato sino a disperdersi. Purtroppo sono spuntati altri piccoli gruppi che operavano veri e proprio agguati lungo le vie circostanti lo stadio. Io, a un certo punto, non ce l'ho fatta più. Sono caduto stremato a terra, l'inalazione dei fumi tossici dei fumogeni e delle bombe carta mi ha fatto svenire. Ho perso conoscenza e i miei colleghi hanno subito fermato un'ambulanza per il trasporto in ospedale».
Renda ha avuto problemi respiratori, ma il pronto intervento dei medici ha scongiurato il peggio. «Al Garibaldi - aggiunge Renda - mi sono ripreso quasi subito. Ricordo che in strada ho anche vomitato, ma fortunatamente sono stati solo attimi. Me la sono cavata. Solo un trauma alla spalla e qualche contusione sparsa, ma per il resto posso dire che mi è andata bene. Io con la mia squadra abbiamo scortato i tifosi del Palermo giunti alla zona industriale, alla periferia della città. Posso dire che con i palermitani non è successo nulla.

I primi incidenti sono scoppiati quando il gruppo degli autobus che trasportava i sostenitori del Palermo è giunto sotto la curva nord, nel settore a loro riservato. Lì è cominciato un fitto lancio di pietre e di bombe carta dei tifosi del Catania. Lancio che proveniva dalla stessa curva nord. Poi, all'esterno del Massimino, è successo il finimondo».

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