Pietro da Cortona e il restauro del suo «doppio» capolavoro

Fin dagli anni Sessanta è stato testimone dei più felici fermenti Kounellis e Pascali tra i suoi «modelli» preferiti

La chiesa dei SS. Luca e Martina rappresenta la migliore espressione del barocco di Pietro da Cortona. Posta vicino al Foro, la chiesa, di proprietà dell’Accademia di San Luca, raccoglie al suo interno molte bellezze, e diverse sorprese. Intanto perché non è una chiesa, ma due (una sotto il livello della strada). Costruite quasi in sincrono, entrambe da Pietro da Cortona, ma una, quella di sotto, con i soldi dell’architetto, che decise anche di trovare lì sepoltura, l’altra invece commissionata dall’accademia stessa. Entrambe le chiese sono esempio di un barocco sui generis, avulso dall’horror vacui cui si è abituati vedendo i capolavori del periodo. L’architetto, ma in realtà anche pittore, toscano invece predilige forme sinuose, delicate, morbide ma coinvolgenti, senza dare spazio a inutili virtuosismi. La chiesa non ha quindi grandi dipinti, nemmeno affreschi, ma un gioco di campiture di colori, seppur di minima invadenza, dovevano pur esserci nel Seicento. Eppure ora di quelle delicate pennellate si è persa quasi traccia. Nella chiesa dunque da qualche mese sono iniziati i lavori di restauro. In realtà si tratta di un restauro-studio, che aiuterà a capire come fosse la chiesa.

Il restauro era in realtà già iniziato diversi anni fa, ma si trattava più che altro di rivisitazione dal punto di vista della solidità, della manutenzione della chiesa stessa. Ora invece il luogo di culto è completamente riempito da impalcature. La speranza, abbastanza verosimile, è che la chiesa sia completata a fine 2008, pronta per essere ancora una volta ammirata.

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